Mestieri
dipendente pubblicoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
UgandaData di partenza
2010Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
paesaggioTemi
paesaggioCome una sequenza di fotogrammi colorati, l’Uganda scorre davanti agli occhi di Umberto Romano che si lascia sorprendere da un paesaggio inedito e affascinante.
Siamo già in viaggio, con gli occhi fissi, a guardare attraverso il finestrino, il paesaggio che ci sfreccia davanti su ambedue i lati come in una serie di fotogrammi. Lo registriamo come se fossimo telecamere, esclamando: “Guarda! Guardate quelli, e quegli altri…”. Le scene sono tante e colorate; dalle baracche di lamiera, alle case in mattoni di terracotta, alle interminabili file di persone di tutte le età, bambini, donne e uomini, a piedi o in bicicletta, con sopra la testa di tutto: bidoni gialli pieni dì acqua, banane, fasci di legna. Si alternano paesaggi diversi, ricchi di vegetazione; le piante di banane sono tantissime. Seduti a terra gruppi di uomini e di donne davanti alle loro baracche. I bambini scalzi e seminudi siedono agli argini del battistrada, sfiorando il pericolo dei camion e dei fuoristrada, che sfrecciano e si spostano solo al suono dei clacson. Più in là, nell’interno, vi sono veri e propri insediamenti di capanne, tante, l’una attaccata all’altra; fuori, le donne si spostano da un luogo all’altro con i bambini piccoli legati sulla schiena, insaccati all’interno di enormi foulard. Stanno dritte con la schiena; e sopra la testa portano quasi sempre i bidoni dell’acqua, tanti, a testimoniare che qui il primo problema è l’acqua. Tra un tratto di foresta e l’altro, ci sono piccoli mercati occasionali, che espongono per lo più frutta fresca, (banane, ananas, papaia, radici cotte di bassado) ma anche carbone a sacchi o piccoli cumuli e poi ancora canna da zucchero e fascine di arbusti secchi per coprire le capanne. Non mancano cataste di mattoni rossi di argilla cotta. Particolare importante: spesso, vicino agli insediamenti di capanne, gruppi di giovani ragazzi e ragazze prelevano sabbia da grosse buche scavate a terra. La sabbia, al contatto dell’acqua, diventata un impasto argilloso che è messo in forme di legno e poi esposto al sole. I mattoni che ne vengono fuori sono utilizzati per costruire rudimentali baracche.
Ma, oltre alle persone, ci sono anche gli animali. Gli animali qui’ sono liberi, e sulla strada si trovano galline, maiali, capre, mucche! Il bestiame ha un valore molto grande per questa tribù, in particolare le mucche e le capre. Gli uomini e gli animali si sostengono a vicenda, vivono insieme, e senza questa sorta di complice sussistenza la vita sarebbe difficile per tutti loro.
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