Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1954Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
lavoroTemi
lavoroLa memoria di Giovanni accelera e passa in rassegna i successi e le difficoltà registrate in campo professionale lungo tutto l’arco della sua vita.
In seguito la mia vita è sempre migliorata. Ci vuole molta forza di volontà e la fortuna di stare bene in salute. Mi era tanto approfondito nelle presse, che potevo fare il vicecapo. Gli approfondimenti durarono dal 1960 al 1970. Agli inizi del 1970 mi misi in lista d’attesa, per entrare nello stabilimento FIAT di Termoli. Nel 1973 arrivò la chiamata e mi presentai, ma per vari motivi dovetti rimandare la partenza. Rimandai e persi il posto assegnatomi: questo accadde nell’ottobre del 1973. Non mi trovai a mio agio e per la fine dell’anno mi licenzai e feci ritorno in Svizzera. Tutto questo io lo feci da solo, senza spostare la famiglia. Il 1° gennaio 1974 presi lavoro come Capo nel reparto presse, in un’altra ditta. Erano i tempi in cui si avvicinava la crisi e fui richiamato dalla vecchia ditta, per offrirmi un impiego come vice-capo, e io accettai. Questo durò per un anno, finché arrivò la crisi del 1975. Ci fu la chiusura dell’officina e fui trasferito nel reparto trapani, come vice-capo, nel 1976. Questo durò per dieci anni. Nel 1985 mi fu chiesto se volevo trasferirmi, sempre come vice-capo, nel reparto rettifica, e io accettai. Naturalmente feci tanti altri corsi, da quello di caposquadra a quello di caporeparto: quest’ultimo, più ridotto, solo per avere le carte in regola. Feci anche il corso per le macchine a comando numerico, ma non mi fu data la possibilità di lavorarci neanche per un’ora. Nel 1990 arrivò la grande crisi, il reparto fu eliminato e negli ultimi quattro anni dovetti fare un po’ di tutto. Solo un capo mi dette carta bianca, nel 1958. Gli altri erano tutti gelosi del loro mestiere, e per 25 anni fui frenato. Il bello è che fanno degli spot che dicono che per chi vuole migliorare ci sono corsi a disposizione, ma poi ci sono dirigenti che hanno paura della loro poltrona. Frenano i più promettenti, a meno che non frequenti corsi da privatista e salti qualche grado gerarchico. Una libertà a passo di tartaruga, almeno per quanto riguarda gli italiani in Svizzera, per noi che non abbiamo un diploma federale. Bisogna anche dire che noi latini non padroneggiamo la lingua e la cultura tedesche. In effetti, qui i tedeschi fanno da padroni di casa.
Il viaggio
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