Fraternità

Gran bel finale, giusto coronamento di sei intensi importanti mesi della mia vita, trascorrere gli ultimi tre giorni nicaraguesi con Mario e Fernando, in un clima di sempre accogliente calorosa spontanea amicizia, nella Fraternità della Garnacia fra verdi alberate montagne, ricche di esuberante vegetazione sempre agitate dal freddo furioso vento, vicino ad Estelì, a 1.200mt. di altezza, a tre ore di carro a Nord di Managua, dove sta l’altro Fratello Padre Patrizio, italiano di Bergamo, parroco del piccolo paese di San Nicolas.

E’ stato molto interessante conoscere la campesina Fraternità, povera come le altre poche case che le si affiancano, ma provvista del necessario, con la sua raccolta centripeta Cappella e la luce del sole tropicale che sapientemente penetra dolce discreta rosata attraverso una manciata di lucernai sparsi sul tetto, che permettono nella penombra di sospettare volumi e ambienti, addolcendone i contorni. Visitare i suoi poetici abitanti che nonostante l’estrema indigenza e la miseria delle piccole abitazioni, quasi tutte con pavimento di terra, trovano la forza di apprezzare e curare “il bello”. Ammirare le opere dei suoi istintivi artisti, sapienti nell’arte dei giardini tropicali, i più belli e ricchi che abbia mai visto, e maestri nello scolpire la pietra, là dove la selvaggia Madre Natura l’ha posta, dando ad essa forme e valore. Immobili, sdraiati al sole giacciono e giaceranno nei secoli sculture di furbi gatti, fedeli cani, silenziosi serpenti, pigri leoni, mentre dall’alto dei mastodontici vatussiani banani l’indecente fallico fiore li guarda superbo e orgoglioso dei suoi esagerati attributi. Emozionante, nell’ora notturna, visitare la Chiesa dalla pianta circolare di recente realizzazione, creatura del raffinato Padre Patrizio, promosso sul campo architetto, che non nasconde le sue straordinarie doti di eleganza nel creare chiaro-scuri di luce naturale e artificiale, che regalano a tutta la costruzione mistero e misticismo, nella scelta dei materiali tutti reperiti in loco, nell’usare riciclati preziosi arnesi in legno intagliati da un unico tronco, un tempo costruiti come contenitori per la lavorazione del caffè, ora originale altare e raffinato sostegno al leggio.