Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)È il 1940 e l'Italia sta per entrare in guerra. Ai figli dei coloni in Libia di età compresa tra i 4 e i 14 anni viene imposto di tornare in Italia. Nella e tre dei suoi fratelli devono separarsi dai genitori.
Non erano passati che otto mesi dalla nostra emigrazione quando scoppiò quella maledetta guerra che non so capire da dove sia cominciata. Le autorità del Paese avevano radunato tutti i genitori per avvisarli pericolo della guerra e invitarli a mandare in Italia i figli dai quattro ai quattordici anni per metterli al sicuro. Non posso immaginare cosa abbia sofferto la mamma poiché nella mia famiglia siamo partiti in quattro: la più piccola era che aveva appena quattro anni, poi veniva V. che ne aveva nove, io Nella non ne avevo ancora undici e R., il più vecchio, che ne aveva tredici. Su questi dati fateci una riflessione e pensate al distacco dalla mamma nel momento in cui ne avevamo più bisogno. Ora voi figli, che siete anche voi genitori, potete immaginare cosa soffra una mamma nel vedere partire i suoi bambini, per rivederli fortunatamente, dopo due anni. Ci hanno imbarcato sulla nave a Bengasi l’otto giugno millenovecentoquaranta. Non so in quanti bambini eravamo, sicuramente tanti. Il viaggio di ritorno durò solamente due giorni. Quando arrivammo al porto di Napoli ci portarono alla stazione dei treni; a distanza di tanti anni mi è rimasta ancora impressa tutta quella confusione. Ad un certo punto non ho più visto mio fratello R. Era successo che ci avevano separato, chi per una destinazione, chi per un’altra. Portarono R., come tanti altri della sua età, a Cesenatico, mentre io, V e mia sorella L. (tenete conto che L. aveva quattro anni, non so se mi capite) venimmo portati a Pescara, in un paese vicino al mare che si chiama Lettomanopello. Arrivati in questo paese ci alloggiarono in un casermone e là fummo soggetti alla disciplina come dei militari. Ci dissero di stare tranquilli, che saremmo stati lontani dai genitori soltanto un mese. Una volta la settimana scrivevamo a casa, cioè in Libia, per dir loro che stavamo bene, almeno in salute, e che saremmo stati in Italia ancora per poco.
Il viaggio
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