Paesi di emigrazione
SvizzeraPeriodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Mentre la val d’Ossola vive l’esperienza della Repubblica partigiana, i bambini come Alessandro Dal Molin e il fratello vengono trasferiti dalla Croce Rossa in Svizzera dove trovano accoglienza presso generosa famiglie elvetiche.
Purtroppo la Repubblica Ossolana ebbe breve vita: dopo quaranta giorni di libertà le forze di Liberazione furono costrette a ripiegare in montagna, sospintevi dall’incontenibile pressione esercitata da preponderanti, famigerate forze fasciste, spalleggiate da reparti tedeschi. Per sfuggire alle temute rappresaglie, che accaddero puntualmente con sanguinosa violenza, fui trasferito in tutta fretta, con mio fratello e altri bambini, nella vicina Svizzera, sotto il patrocinio della Croce Rossa. Avevo nove anni; mio fratello, del quale avevo ricevuto dai genitori affranti il gravoso compito di custodirlo, ne aveva sette. Sentivo tutto il peso della responsabilità attribuitami, e nel peregrinare dal campo di raccolta, dove sostammo per alcuni giorni dormendo per terra al riparo di un grosso capannone, fino all’assegnazione alle generose famiglie elvetiche che ci ospitarono, mi occupai di mio fratello con tutta la cura e la protezione possibile. Cominciavo allora ad esprimermi in un buon italiano; ma furono anche i giorni in cui cozzai contro l’asprezza della lingua tedesca. Fu quando giungemmo a S. Gallo, città di un Cantone d’idioma tedesco, e inopinatamente ci divisero di forza, contro la mia strenua, disperata resistenza e, con teutonica indifferenza alle lacrime, mi avviarono a nuova destinazione. Per treno fui avviato ad Airolo, una piccola cittadina del Cantone Ticino, dove vi giunsi dopo alcune ore di viaggio, infreddolito e in ansia, accompagnato da una scheda appesa all’occhiello con ben visibile generalità e destinazione, e tra le curiose attenzioni dei viaggiatori. Alla stazione fui accolto da una famiglia che si rivelò immediatamente buona e paziente: in seguito molto si prodigò per accertarsi su quanto fosse avvenuto di mio fratello, e con amorevoli attenzioni mi tranquillizzò. Dopo alcuni giorni di adattamento in famiglia, fui con garbata persuasione convinto a frequentare la vicina scuola elementare, dove mi recai accompagnato dai due nuovi fratellini acquisiti. La giovane maestra che mi accolse, si mostrò dolcemente affabile e, instancabile nei tentativi di rendermi partecipe alla vita della classe, non smise mai di cercare una breccia per superare quella rigida barriera di timidezza e di disagio che mi rendevano muto e schivo quasi al parossismo. L’ottimo rapporto instaurato con l’insegnante subì purtroppo una momentanea incrinatura il giorno in cui, sollecitato a viva voce da tutti i compagni e in particolare dalle preghiere insistenti e irresistibili della maestra, cedetti e, mio malgrado, dovetti far ascoltare quella che inspiegabilmente era ritenuta una bella “vocina”, cimentandomi nel canto. Alla cara maestrina non passò certamente per il capo che il “cantante” disponesse di un ben magro repertorio. Conoscevo, infatti, a malapena un motivo raffazzonato che diceva in un passaggio: e la bandiera rossa trionferà…la testa dei fascisti la farem saltar…avanti popolo alla riscossa…Il motivo che cantai l’avevo appreso, parodiandolo, insieme ai ragazzini che osservavano l’andarivieni dei folti gruppi di giovani partigiani, festosamente chiassosi e canterini, in visita alle ospiti della vicina casa dalle “persiane chiuse”. Si disse, a tale proposito, che le gentili e belle ragazze, che accoglievano le balde schiere, si fossero entusiasticamente buttate a capofitto nel lavoro: con orario straordinario e lavorando a pieno regime diedero, in effetti, corpo alla prima autentica “catena di montaggio” realizzata nella neonata Repubblica dell’Ossola.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
SvizzeraPeriodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Alessandro Dal Molin
I ragazzi della Ribaldona
Per i conoscenti eravamo i ragazzi della "Ribaldona". L'appellativo, che sembrerebbe indicare il nome di una...