Gli anni più belli

Gli anni dell’università aprirono i miei occhi e la mente non solo verso i miei studi, ma verso “il Mondo”, portandomi oltre gli stretti confini di Quinzano d’Oglio. La metropolitana che usavo tutti i giorni per frequentare la facoltà di Economia Politica, che si trovava vicino alla piazza Rossa, presentava bellezze architettoniche e artistiche che rendevano la città quasi più bella sotto il suolo che sopra.

Spesso visitavo il Cremlino, passeggiavo lungo la Moscova, tra tutte le vie privilegiavo viale Gor’kij, dove abitavano delle mie amiche russe. Poi andavo a fare gli acquisti al gigantesco supermercato Gum che si proietta sulla piazza Rossa. Per la prima volta entrai in un teatro, il Bolshoi, per assistere ad un’opera lirica ed in seguito lo frequentai per cinque anni. E poi andai in giro per l’Unione Sovietica, mi recai una ventina di giorni a Leningrado, dedicando ben due giorni all’Hermitage dove scoprii parecchie opere italiane e per la prima volta potei apprezzare il talento italiano perché i palazzi più belli al centro di Leningrado furono progettati da architetti ed artisti italiani.

Vidi per la prima volta il mare nella bella città di Odessa. E’ paradossale che, provenendo dall’Italia, circondata dall’acqua, il primo mare che vidi in vita mia fu il Mar Nero, nel quale mi tuffai nuotando in mezzo ai delfini. Nella bellissima città di Kiev, ospitato dalla famiglia di un compagno di studi ucraino, mi buttavo a pattinare sul ghiaccio che copriva il fiume Dnepr. Per non parlare della convivenza difficile con la neve e il gelo che a volte raggiungeva i -30°C. Si andava a sciare nelle foreste che circondano la città. Ero un disastro: una volta da una piccola discesa finii in un fosso da cui non riuscivo più ad uscire. Dopo due ore mi venne in aiuto un boscaiolo che ringraziai. Certamente gli anni trascorsi a Mosca sono stati gli anni più belli della mia vita.