Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
guerraTemi
guerraDavanti agli occhi di Elio Rosi cominciano a sfilare le truppe che valicano il confine per andare a combattere. Elio sa che presto toccherà anche al suo reparto.
Valicato il ponticello che unisce il paese col versante del Grammondo, iniziamo ad arrampicarci in alto. E’ un sentieraccio in molti punti scavato nella roccia, in altri, intagliato in franamenti e slavine. Ricomincia l’ecatombe dei muli e le luci dell’alba ci sorprendono in un avvallamento della zona detta Giaourusso, dopo una faticosa arrampicata che ha visto i muli, risalire gradini di mezzo metro e più trascinati e spinti, portando i pezzi da 42, su per tutti quei dirupi. Vi sono dei campi che circondano le casermette della Guardia di Finanza. Ci concediamo un necessarissimo, per quanto breve, riposo.
Giugno 22. E’ sabato, vigilia di un fine settimana che si preannuncia del tutto particolare. Siamo esausti, digiuni dal mattino precedente, bagnati, sino alle ossa, da più di due giorni… L’attendente ed altri soldati mi apparecchiano una “cuccia” con erbacce sradicate. Apprezzo molto questo gesto perché so che mi proviene da uomini, al pari di me, mezzi morti dalla stanchezza e, pertanto, non solo, scusabili ma bensì più che autorizzati a “lasciare che si arrangi, il signor ufficiale”. Ci buttiamo di nuovo a giacere, alla meglio. Qualche ora di penoso dormiveglia”, poi, mentre facciamo sforzi, con gli occhi pesti, per riorganizzarci, i francesi ci danno il primo saluto. Arrivano dei colpi di mortaio, schianti secchi che fanno mulinellare schegge (li pietra e di terriccio alla nostra destra, trenta metri più in su. Subito la nostra batteria, piazzata dietro Colle di cuore (m. 1085), apre il fuoco a sua volta, contro le posizioni francesi contrapposte. L’inusitato e temuto concerto, mette in fermento il battaglione. Giungono sempre i colpi di mortaio da 81 e ci abituiamo subito a distinguere il loro miagolio sinistro che si differenzia dal sibilare degli obici. Ma i colpi sono troppo alti e valicano appena le cime che ci stanno davanti. Il confine è su, sopra di noi il mamellone del Colle di Cuori, a destra, Monte Mulacier a sinistra ed in mezzo il Passo di Cuori. A questo si giunge per un sentiero in salita, ripido e che passa in mezzo ad una brughiera di grossi cespugli. Alla nostra sinistra, lontano sul versante del Traiettore, una teoria di uomini del 42″ Rgt. Fanteria, sfilano, in colonna, già pronto per la battaglia. Ed, anche per noi, inizia il movimento. Parte il 34° Battaglione CC.NN. giunto, dietro a noi, dal basso. Cediamo il passo, spostandoci ai margini del sentiero e li guardiamo passare e salire, quasi intimiditi ed ammirati. Eccoli sfilare, giovanotti aitanti ed anziani barbuti, reclute e reduci dalla guerra oltremare, pallidi ma risoluti con le armi automatiche sulle spalle, i moschetti carichi a bracci’arm, qualche mano a stringere il pugnale che recano alla cintura… Battaglioni d’Assalto! Ad essi tocca l’onore dei primi colpi. Risalgono al confine, mentre le opposte artiglierie non cessano un attimo di tuonare. Spariscono tra la vegetazione che scherma il passo. Poi si odono le prime scariche di mitraglia: l’attacco è iniziato.
Ma gli eventi precipitano. Giunge l’ordine che, anche noi, dobbiamo salire al confine e prepararci alla lotta. Del 41° Reggimento, il nostro Battaglione, sarà impiegato per primo e, per prima la 5° Compagnia (la mia) andrà di rincalzo alle CC NN che già stanno combattendo. Ci raduniamo in gran fermento, per incolonnarci e salire. E, qua, si verifica un episodio toccante. Mi si presenta un fante del mio plotone Castelluzzo che era stato assegnato in servizio presso il cosiddetto “Posto di Medicazione” che, dall’ufficiale medico era stato piazzato, ben al riparo, dietro un roccione Il Castelluzzo dichiara, fermamente, che non vuole fare l’Imboscato”, ma vuoi venire con noi, coi suoi compagni, a combattere… Insiste e devo accontentarlo. È questa una sua decisione coraggiosa, quasi temeraria. Ebbi modo, per questo suo gesto, di discuterne in seguito con molti. Sostenni (e sempre l’ho sostenuto) che il Castelluzzo, fu un “vero” volontario di guerra. Molto di più di quelli che, trovandosi a casa, sceglievano di essere, subito chiamati alle armi. La loro era una scelta ponderata, con piena coscienza dei rischi clic accettavano. Che, in sostanza, erano gli stessi rischi di quelli che, meno fortunati di loro, già si trovavano in divisa.
Il viaggio
Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Elio Rosi
Al confine con la Francia
guerra, scoppiata il 10 di giugno 1940, era preceduta da mesi e mesi di preparazione. Per...
La prima barella
Si lavora alacremente per l'accampamento. Le tende spariscono sotto i rami intrecciati dei cespugli. Si fa...
La battaglia di Mont Razet
I soldati sono stanchi abbruttiti e, anche spaventati. Non si è cenato, la sera prima, ci...
“È stato firmato l’armistizio”
Rammento che riusciamo a radunare i soldati e che, mentre cade la sera, anche il 30...