Guadagnarsi la fiducia

[…] ora si trattava di cercare di guadagnarci tutta la simpatia possibile da questo popolo che ci à ospitato, gli anni dopo la prima fase passarono svelti; Io dove lavoravo apresi bene il mestiere di tornitore. Dopo un paio d’anni il colega di Bergamo ci salutò tutti quanti, ci disse che rientrava in Italia, lui era con una figlia e voleva che la figlia trovasse marito e si sposasse, ma non qua in Svizzera, in Italia cera la moglie che era rimasta sola, è non lo doveva rimanere tutta la vita, perciò decisero di rientrare, è io anche se mi ero conquistato la simpatia di tutti i coleghi Svizzeri ala sua partenza mi senbrò di essere rimasto solo, ora ero solo di Italiano è il padrone mi disse se la mattina volevo venire unora prima per poter acendere le stuffe, cioè il lavoro che prima faceva il bergamasco, io ci dissi subito di si, unora era sempre qualcosa in più al mese, poi la sera rimanevo quasi sempre ancora un’altra ora così si arrotondava un po meglio la paga.

Io è mia moglie abiamo fatto quel passo di venire in Svizzera per poter cambiar vita, per essere all’altezza di molti altri che erano stati più fortunati di noi, per questo abiamo fato questo passo di venire all’estero perché profondamente delusi dell’Italia che non funzionava.

E quando io venni qua in Svizzera, la considerai una casa di persone estranee ma di tutto riguardo, ò dovuto sfoderare il meglio del mio repertorio di educazione, serietà gentilezza, con spirito di adattamento e sottomissione alle legge, agli usi è ai costumi del posto, mantenere un contegno cordiale, e i buoni raporti con i coleghi di lavoro, e con la gente con cui si era a contatto.