Mestieri
barbiereLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Stremato dalla guerra, Marini comincia a cercare vie di fuga. Alla fine, dopo molte peripezie, riesce a farsi riconoscere in condizioni fisiche precarie e ottiene un ricovero insperato in ospedale.
Un giorno il Generale Graziani Fece gettare da aeroplani dei volantini con scritto che gli Italiani erano forti e potenti e che potevano benissimo affrontare il clima tropicale: senza dubbio lo aveva fatto per incoraggiarci, perchè la realtà era ben diversa. C’è da dire che il morale era a terra e la paura aumentava di giorno in giorno, nonostante ciò dovevamo continuare il nostro cammino, marciando da due fronti diversi per poi riunirci con le nostre truppe della Somalia. Dopo di che iniziammo la marcia su Adissabeba: era allora il periodo delle grandi pioggie. Arrivati a 100 Km. oltre Dessie capii che per me era impossibile andare avanti e perciò marcai visita: per fortuna il medico mi riconobbe malato. Pultroppo però, assieme ad altri soldati fummo passati in rivista da un generale arrivato da poco in Affrica. Diversi, per paura chiesero di essere riabilitati, io decisi di andare oltre e sfidare la sorte. Era un generale davvero terribile, ancora mi sembra di sentire le urla strazianti di un soldato, quasi in fin di vita, che nonostante ciò, venne rimesso in marcia. Non potrò mai dimenticare simili fatti. Fortunatamente a me non toccò quella fine: venni riconosciuto inabile. Ci caricarono poi in diversi camion e ci riportarono indietro. Dopo molti km. ci fermammo in una grande pianura insieme ad altri reparti. Per diversi giorni vivemmo una vera tranquillità e un vero riposo, cose che non provavamo da ormai tanto tempo. In quella zona trovai tre camionisti di Sansepolcro, un certo Aldo Beni, un certo Cascianini Adolfo, e un certo Piccini Fano, che lavoravano per i nostri reparti. Furono molto gentili nei miei confronti: mi spidocchiarono, mi dettero da mangiare e perfino anche degli indumenti, inoltre mi facevano dormire nel loro camion. Lavoravo anche io però, facevo lavori stradali: cio si trattava di usare piccone e badile con un compenso di 5 Lire in più della decade. Pultroppo però non rendevo abbastanza, sia perchè simili lavori non li avevo mai fatti, sia perchè ero troppo distrutto fisicamente. Ciò mi portò ad una decisione e precisamente di marcare nuovamente visita. Ebbi molta fortuna in quanto trovai un bravo medico meridionale che appena fattogli presente le varie malattie che avevo avuto e un certificato rilasciatomi dall’Ospedale Neurologico prese molta cura la faccenda e fece di tutto per aiutarmi e mi disse: “Chi è quel delinquente che ti ha fatto abile? “-. Non potendo però farmi ricoverare immediatamente in ospedale, mi dette molti giorni di riposo. Dopo qualche tempo il mio gruppo si spostò allora ebbi la base per entrare in Ospedale. Erano tutti molto lontani e difficili da raggiungere. Partii con un camion di fortuna, ma di fortuna ne ebbi molta poca dato che ad ogni ospedale a cui mi presentavo venivo rimandato al prossimo e così via, fino a quando, dopo aver dormito una notte intera all’aperto mi fu scritto nella base che non avevo alcun bisogno di cure ospedaliere e quindi sarei stato inviato al corpo. Mi prese quasi un accidente, ma per la rabbia non mi detti per vinto: sarei crepato piuttosto che tornare indietro. Ad un tratto mi balenò un’idea geniale: cancellai ciò che mi avevano scritto nella base e continuai la ricerca. Finalmente trovai un ospedale dove potermi ricoverare! Per arrivarci avevo viaggiato dieci giorni con vari camion di passaggio per sentieri e mulattiere e ero, arrivato a destinazione talmente impolverato da non essere riconosciuto nemmeno come essere umano e per di più stanco morto. Comunque l’importante era aver raggiunto il mio scopo, avere vinto la mia giusta battaglia. E questo devo essere grato a Dio per le preghiere che imploravo. Rimasi in Ospedale sotto un tendone per due mesi e venni curato per un deperimento organico. La località si chiamava Decamerè, e fu qui che ritrovai una vecchia conoscenza, si trattava di un frate di S. Francesco che faceva il militare cappellano e che devo veramente ringraziare per il suo grande aiuto.
Il viaggio
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