Mestieri
medicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Repubblica Ceca, SlovacchiaData di partenza
1968Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)La cronaca minuziosa dell’invasione della Cecoslovacchia da parte dei carri armati sovietici, nell’agosto del 1968, raccontata da Orazio Antonacci, un giovane medico che si trova in vacanza a Kosice quando inizia l’invasione.
KOSICE 21 Agosto 1968
ore 2 ,45 – Apprendiamo dal portiere dell’Hotel Slovan che l’URSS, la RDT, la Polonia, l’Ungheria e la Bulgaria hanno invaso il paese. ore 3,10 -Parlo al telefono con Karol Komora un dirigente delle acciaierie V.S.Z. che conferma la notizia e ci fa sapere che la radio di Kosice situata a Presov, 30 chilometri a nord non trasmette più. Deve essere stata occupata.
Ore 3,15 – Formazioni di reattori sovietici sorvolano la città. Una donna dipendente dell’albergo impreca piangendo. Apprendo che la radio ha dato un generico allarme alle due invitando i cittadini a restare in ascolto. Alle 3 ha dato notizia sicura dell’ingresso delle truppe e continua con usa serie ininterrotta di comunicati.
ore 3,30 – Continuano i sorvoli aerei.
ore 3,45 – Oltre ai jet si sentono sorvolare aerei da trasporto. ore 4 – Arriva all’albergo una persona che afferma di aver visto in Kosice colonna di carri armati e soldati. Il portiere insiste nel dire che per lui la cosa era stata già decisa con Dubcek e Cierna
Attendiamo per quest’ora un comunicato radio: si ode solo un sibilo. Gli aerei passano sempre più frequentemente. E’ l’alba prendiamo il passaporto e la macchina fotografica e ci avventuriamo all’esterno. Ore 4,15 – All’angolo della Leninova con Piazza Osvoboditelov vediamo passare una colonna di carri armati russi. Alcuni slovacchi all’angolo della strada protestano. Passa anche un camion carico di soldati. All’incrocio il traffico è diretto da un soldato sovietico munito di paletta e di mitra. Ore 5 – Continua il passaggio di autocolonne. ore 5,10 – Un elicottero sovietico sorvola la città. La gente lancia ingiurie. Comprendo la parola “curri”. Ore 5,30 – Radio Praha invita alla calma ed al lavoro: non abbiamo la forza per poterci opporre. La voce è concitata, affannosa e quasi piangente. E’ di una donna, ed annuncia: non abbiamo più possibilità di parola perché tutta la nazione è occupata.
ore 5,50 – ancora la stessa voce affannosa da radio Praha, ma ora nessuno può tradurci ciò che dice perché siamo di nuovo sulla Piazza Osvoboditelov al passaggio delle truppe sovietiche. ore 6 – Apprendiamo alla CSA che tutti i voli sono interrotti.
ore 6,30. Il portiere ci dice che radio Praha sembra essere controllata e avverte la popolazione di non ascoltare altre radio. ore 9,30 – Siamo di nuovo ad osservare il passaggio dei carri sovietici. Gli autocarri hanno i vetri delle cabine infranti. All’incrocio della Leninova si è raccolta numerosissima folla. ore 9,40 – Jet russi passano a bassissima quota sulla città sembrerebbe a scopo intimidatorio. ore:10,10 – Il presidente Svoboda parla alla radio. Ora mi pare che la gente si disinteressi ai comunicati radio. In questo momento la radio dell’albergo trasmette in lingua russa. Vengo a sapere dal portiere che alle 12 ci sarà uno sciopero generale di protesta della durata di due minuti. ore 11,20 – torniamo ancora una volta per la strada. Un gruppo di giovani con bandiere cecoslovacche canta l’inno nazionale davanti al monumento del maresciallo Stefanik. ore 11,32 – Una folla di centinaia di persone si accalca al solito crocevia. Il soldato sovietico che dirige il traffico è circondato e si allontana protetto da poliziotti cecoslovacchi. Per il momento non passano più automezzi sovietici. ore 11,30 – Un ufficiale dell’aeronautica ceca é circondato dalla folla che gli fa domande sulla situazione. L’elicottero sovietico sorvola la piazza. ore 11,45 – si sentono raffiche di mitra. ore 11,50 – altri autocarri sovietici vengono accolti a fischi. Si sentono altre raffiche di mitra: sparano a Novaves a 3 Km. di distanza Ore 12 – In coincidenza con lo sciopero generale suonano a distesa i clacson delle auto e le campane delle chiese. Giovani e ragazzi manifestano in corteo con bandiere nazionali e cartelli.
ore 12,13 – La manifestazione si conclude dinanzi al monumento ai Caduti: cantiamo con loro l’inno nazionale ed inneggiamo a Dubcek e Svoboda. Vengo a sapere che russi hanno sparato e ferito alcune persone. Alcuni slovacchi si offrono di portarmi nel pomeriggio in albergo dei rullini fotografici da far pervenire in occidente.
ore 12,15 – All’arrivo di altri carri l’atmosfera è estremamente tesa. I carri non riescono a passare perché la folla occupa le strade. Gruppi di giovani salgono sul primo gridando in russo: andate a casa. I carri compiono brevi manovre tra la gente ed invertono la direzione. Li inseguono le grida e le sassate dei giovani slovacchi. ore 12,25 – Vedo tornare indietro automezzi sovietici: pare che le forze occupanti assommino a 400.000 uomini. ore 12,30 – Altri carri in senso inverso. Vengo a sapere che uno slovacco è stato ucciso e sicuramente colpito un turista tedesco occidentale che con la sua macchina intralciava il traffico dei militari. Mi danno un proiettile sparato dai russi. ore 12,35 – ci hanno individuato come turisti occidentali e ci offrono un’altro rullino di fotografie. Pare che i carri che abbimo visto proseguire in direzione opposta rispetto a quelli del mattino stiano completando l’accerchiameto della città. Ore 13,30 – Al ristorante non hanno più birra od altri alcoolici – Ore 14,40 Dall’albergo odo copi ripetuti d’arma. Ore 14,55 – La radio, dopo aver trasmesso che i dirigenti cecoslovacchi chiedono l’allontanamento delle truppe straniere, annuncia la solidarietà dei partiti comunisti occidentali cori la C.S.S.R.- Ore 15,00 – Bystrica dice che ci sono stati a Detva un morto e tre feriti ad opera di militari sovietici. Ore 18,00 Ho saputo da Karol che il governo di Praga è isolato. La radio del resto ha parlato di carri armati attorno al palazzo Cernin. Carol mi dice anche che la sua fabbrica, la V.S.Z. ha chiesto direttive a Praga direttamente al Ministro, devono continuare a lavorare secondo il piano e non accettare direttive dai russi. Il Ministro si è meravigliato nel sentire che la favbrica non é stata occupata come invece è avvenuto per quelle della regione di Ostrava. A Kosice il bilancio delle vittime comincia a farsi pesante. Si parla di otto morti e trentuno feriti. Un soldato russo sarebbe stato ucciso con un corpo contundente.
Ore 18,20 – All’angolo tra la Leninova e la piazza Osvoboditeìov bruciano due automezzi sovietici. Una delle due vie che attraversano la piazza formandone i lati più lunghi (in mezzo è un giardino) è quindi ostruita. Sull’altra passano sporadicamente automezzi sovietici. Mentre mi avvicino ai carri e scatto fotografie si ode vicinissima una scarica di mitra per cui avviene un fuggi fuggi della folla che si assiepa all’incrocio. Mentre mi allontano di corsa sfioro una larga chiazza di sangue che occupa metà del marciapiedi: mi dicono che lì è stato colpito a morte un ragazzo. Per incendiare i carri, alcuni cecchini hanno sparato dallo scheletro del nuove albergo Slovan in costruzione. La radio ha fatto nel pomeriggio richiesta di sangue. Ore 18,45 – Apprendo che non si possono usare telegrafo e telefono. Pare che le frontiere siano chiuse. Ore 19,00 – C’è la possibilità che requisiscano le stanze negli alberghi. Due studenti italiani di medicina, ci hanno telefonato ed hanno detto che nell’internato che li ospita, prenderanno alloggio 300 soldati russi. Ore 19,10 – Ancora raffiche. Ore 19,30 – Siamo usciti. Per la strada solo gruppi di giovani. Alcuni con elmetti sovietici. Non riesco a farmi spiegare dove li hanno presi. Mentre stiamo ritornando all’albergo, si odono e raffiche e si vedono in aria traccianti rossi. Ci dicono che è il segnale del coprifuoco. Ore 20,00 – Una guida della Cedok parla il francese. Dice che a Poprad alcuni ragazzi si sono schierati dinanzi ai carri armati. I sovietici hanno aperto il fuoco. Sono rimasti uccisi un ragazzo di 17 anni e un bambino di sei. Forse altri.
Il viaggio
Mestieri
medicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
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1968Periodo storico
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