Mestieri
operaio della FiatLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1934Data di ritorno
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Felice, undici anni, insieme al fratellino Italo di cinque, è sulla nave che li condurrà dalla Libia a Rimini. Viaggiano da soli, senza i genitori.
Nel primo pomeriggio fummo inquadrati e divisi per plotoni consegnati alle vigilatrici che ci avrebbero accompagnati sino a destinazione, cioè Rimini. Attraversammo la città cantando uno dei soliti inni fra un’ala di gente che applaudiva e salutava sventolando bandierine e fazzoletti, fra questi molti arabi.
Attraccati al molo vari barconi attendevano il nostro arrivo per trasportarci sulla nave che era in rada. Ogni vigilatrice coi bambini ad essa assegnati prendeva posto a bordo, quindi il natante staccatosi dal molo dirigeva la prora verso il bastimento. […]
Il nome della nave lo si poteva leggere sui salvaggenti ed in qualche parete “Neptunia”.
Al porto di Derna eravamo saliti a bordo millecinquecento bambini più qualche centinaio di adulti, per lo più famiglie intere. Eravamo tutti molto stanchi perciò ognuno prese posto sul proprio materassino; verso le diciannove, incominciarono a transitare per i corridoi i carrelli con la cena, ad ognuno fù consegnata una ciotola di alluminio ed un piatto, quindi ci servirono del risotto una bistecca e della purea. Ritirai anche la razione di mio fratello che piangendo continuava a chiedere “Felì quando torniamo a casa?”. Cercai di calmarlo con pietose bugie e di farlo mangiare, ma ogni mio tentativo in tal senso fù inutile, per cui saltò il pasto. […]
Col calare della notte, le voci e i pianti si placarono ed a una certa ora il silenzio era interrotto solo da qualche sommesso piagnucolio e dall’acqua del mare che batteva contro la fiancata della nave. Sembrava che Italo si fosse addormentato, quindi anche io ero caduto nel torpore, cioè in quella fase che impercettibilmente segna il passaggio alla incoscienza del sonno, anche il mio cervello era in stato di riposo, quando ad un certo punto mi sento toccare sul volto dalla mano del bambino, mi giro verso di lui credendo si fosse trattato di un gesto involontario; quando la solita vocina ripete svariate volte “voglio la mamma! voglio andare a casa!”.
Il viaggio
Mestieri
operaio della FiatLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1934Data di ritorno
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Felice Barbieri
Partenza da Aielli
Il postino recapita i tanto attesi documenti per l'espatrio. Eravamo nella seconda decade del mese di...
L’albergo dei coloni
A Sulmona ci attendeva un camion che ci avrebbe condotti al centro di raccolta appositamente istituito...
Sul “Città di Bengasi”
Il mattino seguente entrammo nella stazione partenopea e qui altra sorpresa per noi: lo spettacolo dei...
L’arrivo in Libia
Il mattino seguente gli automezzi del giorno precedente erano già pronti fuori dell’edificio per trasportare i...
“Finalmente, una terra mia”
Nell’ottobre del 1935, qualche giorno prima del mio sesto compleanno, accompagnato da mamma faccio ingresso nel...
Presagi di guerra
Verso il febbraio (1940, Ndr) tutti i coloni dai diciotto anni in su ricevettero la cartolina...
La nave dei bambini
Ai primi giorni di maggio incominciarono a circolare le voci secondo le quali tutti i bambini...
Il ritorno della mamma
Fra il vario alternarsi delle operazione belliche in Cirenaica, mamma nel mese di gennaio del 1942...