Mestieri
casalingaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
AlbaniaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)È il caso dei fratelli Popa, una nota vicenda di cronaca dell’epoca che si risolve proprio nei primi mesi del 1990
2 marzo 1990
Finalmente c’è qualche speranza di risolvere il caso Popa entro un tempo ragionevole. I sei fratelli Popa sono rifugiati nella nostra Ambasciata ormai da più di quattro anni, da quel 18 dicembre 1985 in cui elusero la sorveglianza delle guardie albanesi, gridando “siamo turisti italiani”, si precipitarono all’interno del parco e ottennero su due piedi dal predecessore di mio marito, l’Ambasciatore Gentile, la promessa che sarebbe stata presa in considerazione la loro richiesta di asilo politico e che comunque non sarebbero stati riconsegnati alle autorità albanesi. Una promessa mantenuta anche nei giorni successivi, quando parecchie centinaia di agenti e militari armati circondarono il recinto dell’Ambasciata, e nei mesi e negli anni che seguirono, quando contro il personale dell’Ambasciata stessa la “Sigurimi” (la polizia segreta albanese) condusse, e conduce ancora, una guerra psicologica basata su intimidazioni e vessazioni di ogni genere miranti a convincerci che, nell’interesse della nostra stessa sicurezza, avremmo fatto bene a consegnare i rifugiati. Questi sono quattro sorelle (Ileana, Irene, Ermione e Zhaneta) e due fratelli (Achille e Nicola), fra i 62 e i 45 anni circa. La loro storia è penosa: perseguitati dal regime di Enver Hoxha perché di famiglia borghese benestante e perché altri due loro fratelli erano riusciti a fuggire in America nei primi anni cinquanta, era stato impedito loro di studiare, di lavorare (se non nei campi) e di sposarsi. Avevano così trascorso 18 anni internati in una località isolata, dove la madre è morta qualche anno fa (il padre era stato giustiziato come collaboratore dell’Italia fascista). Finalmente, quattro anni fa, ottennero il permesso di recarsi a Tirana tutti insieme per sottoporsi a una visita medica e poterono così realizzare il loro piano di fuga.
Il viaggio
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