I Tonga

Lusitu (Zambia), 13.07.1987

Così, cari amici, è cominciato un altro periodo della mia storia (ed. anche della mia geografia). Partito da Milano in un afoso pomeriggio estivo, sono sbarcato a Lusaka una fresca mattina d’inverno: poi via… verso la campagna, l’Africa rurale, quella dei villaggi con le capanne di paglia e fango – per intenderci. In queste prime settimane è iniziata una martellante attività di assorbimento-comprensione della realtà locale; una realtà che spesso ti colpisce duro senza preavviso, ed è così “altra”, così diversa che subito i propri schemi e meccanismi di giudizio diventano inutili, quasi obsoleti, senza dubbio forzati. Ora io e gli altri volontari del mio progetto (siamo in tre) stiamo lavorando duramente per rendere abitabile la casa di Lusitu, dove dovrebbe svolgersi la nostra attività. L’area é abitata dall’etnia dei Tonga, che vivono in villaggi e compounds sparsi, dopo in trasferimento forzato dalla valle di Kariba (Gwembe Valley) ora sbarrata da una diga e da un lago artificiale. I Tonga sono per lo più allevatori (capre e bovini) e sono ancora molto legati alla propria cultura tradizionale, che rispettano scrupolosamente. Credo che i primi tempi saranno duri: dobbiamo farci “accettare” dalla gente dei villaggi e trovare un senso simbolico e reale al tempo stesso della nostra presenza di bianchi in mezzo a loro! Con queste prime notizie vi mando anche un abbraccio di solidarietà.

A presto!

Zambia: alcuni giorni dopo

Lusaka International Airport: un grande casino!! Sotto i grattacieli splendenti della Capitale, profonde miserie umane. Lungo la strada verso sud gli “stone crashers”: soprattutto donne e bambini. Paesaggio da film: orizzonti immensi, baobab, il bush e tanti villaggi di capanne. Sembra un film, proprio. Gli occhi dei bambini africani sono terribili: grandi, profondi, Penetranti: ti interrogano. Una gioia immensa mi pervade alla presentazione tra i bimbi dell’asilo alla Z.T.F.

Villaggi: 12 luglio ’87

Ma cosa importa il Fondo Monetario Internazionale davanti agli occhi tristi e profondi dei bambini di Kayuni…

Jordan, I4th July 1987

L’essenzialità: ecco la radice; oggetti, gesti elementari, semplificati. Il ritmo dell’esistenza é scandito da scarni rituali, ma ad alto contenuto simbolico. Il non—necessario — quello che non é compreso nelle regole e nei comportamenti — é vissuto e, forse, desiderato come puro ornamento, come semplice ornello. Forse noi (uomini europei) creiamo delle necessità dal nulla artificialmente: a Ben, il pittore, basta una stuoia e un sacco di farina.

Lusaka (La capitale), 14th july ’87

Lusaka é il kaos, il non-ordine elevato a sistema, a governo degli uomini e delle cose. La burocrazia di marca pseudo-britannica é una maschera triste di grandi sofferenze economiche, di carenze strutturali. Bisogna scegliere un sistema, una sintesi comunque: purtroppo c’é un movimento impazzito tra Est ed. Ovest, tra Sud e pseudo-Nord. I meccanismi perversi di un sistema corrotto e pilotato da fuori producono la rapina e l’omicidio; odio e paura diventano i giudici di un’esistenza giocata male.

Lusitu, 15.07.37 Tramonto rosso e tamburi: una sigaretta sulla veranda mentre muoiono gli ultimi fuochi. Serenità profonda…forse speranza. R.M. (Radio Mozambigue) trasmette dell’ottima musica: ritmi africani e suoni iberici. Il sangue fluisce bene al cervello che corre qua e là nella boscaglia alla ricerca di ricordi…

16.07.87 Il buio silenzioso della terra – rotto solo dai tenui Fuochi dei lampi – é sovrastato dall’immensità Luminosa delle stelle: miriadi e miriadi immerse nella Via Lattea. Se guardi bene non potrai scorgere l’Orsa, ma vedrai la Croce del Sud: cambia cielo ed è forse per questo che cambiano anche gli uomini e le cose, insomma la vita…