Mestieri
attore, gestore di un cinemaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1948Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Vittorio ha deviato il viaggio: ha lasciato che la madre e il fratello raggiungessero Genova da soli, e ha preso un treno per Gorizia, dove si trova Alma. Ha conosciuto la sua famiglia, hanno passeggiato per la città. Ora è giunto il momento di ripartire.
La mattina del 27 alle ore 8 e ½ mi preparai ad uscire e mentre scendevo le scale dell’albergo mi trovai davanti Alma che mi stava aspettando già dalle 8. Mi buttò le braccia al collo, e dai suoi bellissimi occhi azurri vidi spuntare delle grosse lacrime, mentre tra i baci mi diceva che io ero il suo unico e primo amore, ma che aveva tanta paura di non rivedermi mai più; vai tanto lontano, ma perché…? Avevi bisogno di lasciare la tua casa e la tua patria, la tua gente? Vittorio… non partire. Ed io: Alma cara, questo è un paese distrutto, io ho combattuto per l’Italia, ho sciupato la mia più bella gioventù tra i monti e le nevi d’albania, senza nemmeno avere la soddisfazione di vedere la nostra patria libera e stimata, lo vedi Trieste come è ridotta, in mano agli slavi e senza un’avvenire… la guerra civile e la vendetta infuria ancora in molte regioni d’Italia. Noi che espatriamo vogliamo tentare una sorte migliore per poter dire ai nostri figli in futuro, alzati o Italiano, dimostra al mondo la superiorità e la tenacia del lavoro che tu sai fare.
Alma mi ascoltava, ma forse come donna anteponeva l’amore a qualsiasi gesto patriottico, lei voleva come l’albero della vita offrire il suo grembo per la continuazione della specie, altissimo e sacrosanto atto d’amore.
Venne l’ora di partire, e a casa sua suo padre mi parlò da uomo a uomo; Senta, non illuda ancora mia figlia, è molto giovane e lei rappresenta il proemio della sua anima pronta a qualsiasi sacrificio, pur di conservare il suo amore. La mamma poi mi usava tante gentilezze e mi chiamava “figlio mio”..
Raggiungemmo la stazione a piedi, pianpiano con le mani allacciate, ma con lo spirito a terra. Alma era pallidissima e non parlava più, mi diceva solo, Ricordati di me… Presi il treno all’ultimo istante, e rividi dal finestrino la sua figura, i suoi capelli biondi e il suo viso pallido che sfumava lentamente.
Il viaggio
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