Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
BelgioData di partenza
1948Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)L’impatto con il Belgio delle miniere nel 1948, raccontato da Annibale Mattavelli un giovane bergamasco partito in cerca di lavoro.
Orbene, chi ha visto o vissuto, negli anni del dopoguerra, a Marchienne au Pont, una cittadina mineraria del Borinage belga, può ben dire di aver visto o vissuto a Cafarnao. Stessa confusione di parlate, grande casino, birra, puttane e quant’altro serve per rendere una città estremamente schifosa, cioè molto gradevole e degna di viverci. Io ho vissuto a Marchienne, era il ’48, ma siccome non sono un traduttore di sacre scritture me ne guardo bene di impressionare chicchessia, eppure ci ho trovato lo stesso clima generale della città biblica, con in più che era maledettamente più costosa. Un fugace amplesso con una sgangherata battona costava quanto una settimana di affitto di una squallida camera sopra un Caffè. L’amore fatto di straforo, sembra che in Belgio fosse quotato in Borsa come i tartufi.
A Marchienne ci sono arrivato con un treno di emigranti partito da Milano la primavera del 1948 e mi hanno scaricato dentro un vecchio campo di concentramento tedesco fatto di impietose baracche di lamiera ondulata e in cui da una sozza cucina da campo ci veniva dato un piatto di pasta asciutta logorata da un sugo sicuramente prelevato dagli scarti di una raffineria.
Attorno, l’aria è nera e pestifera, il vento scompagina i cumuli di “terril” di cui è piena la campagna, coprendo ogni cosa di polvere nera, una polvere indelebile e tanto fine che si insinua dappertutto, te la trovi perfino dentro il portafogli, e sulle banconote il Re del Belgio ti si presenta con la faccia di un affricano, la qual cosa è positiva poiché dà per scontato che i belgi non sono razzisti.
Marchienne au Pont, città di miniere di carbone, nel ’48 era popolatissima, quasi tutti emigranti, o esuli, si fa per dire, politici. Gente venuta da ogni parte d’Europa. Una città terribilmente incasinata e a volte rissosa, quando l’eccesso di birra provocava scontri etnici o politici. In queste cose quelli dell’est erano bravissimi, noi italiani un po’ meno; il vino costava, allora, troppo caro.
Marchienne au Pont è un luogo malefico dove tutto è in eccesso, i pezzi, la birra, le puttane, quelle che alla sera, se mancano i signori clienti, si riuniscono a piccoli gruppi nei Caffè e formano piccoli complessi da ballo.
Il viaggio
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