Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1952Data di ritorno
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Vincenzo ha salutato i suoi genitori e il paese calabrese di Amantea, in cui è nato e cresciuto. È giunto a Napoli: nella città partenopea dorme la sua ultima notte italiana, prima di imbarcarsi sulla nave “Auriga” che lo porterà in Venezuela.
Era la prima volta che dormivo fuori casa e mi sentivo disorientato, ma soprattutto mi teneva agitato il pensiero di quanto sarebbe successo il giorno dopo. Alle sei mi alzai, mi vestii in fretta e scesi a prendere un caffè; cercai di leggere un quotidiano ma senza riuscirci: in quel momento nulla mi interessava. Mi avvertirono che l’incaricato della Compagnia di Navigazione sarebbe venuto a prendermi alle otto, avevo dunque ancora tempo e decisi di fare due passi e mangiare qualcosa. Appena entrato in una pasticceria la commessa, squadrandomi da capo a piedi, mi chiese: “Siete un emigrante?”. “Sì”, risposi mestamente, mentre capivo dal suo sguardo che mi giudicava un poveraccio, un miserabile. Preso il mio dolce uscii senza aggiungere una parola. Camminando lentamente lungo la strada che conduceva all’albergo mi domandavo se avessi un marchio, come al tempo degli schiavi, che facesse capire a tutti la mia triste condizione.
Si era fatto tardi e l’incaricato della Compagnia mi aspettava davanti alla porta; presi la mia valigetta e, dopo essere saliti sulla sua auto, ci dirigemmo verso il porto. Dopo pochi minuti entravamo all’interno dei cancelli che delimitano la zona d’imbarco. Vidi centinaia di persone ammassate in poco spazio tra valigie e fagotti multicolori: non c’era l’ombra di un sorriso sui loro volti; tutti sembravano stretti in una morsa di angoscia; perfino i bambini avvertivano il dramma che la famiglia stava vivendo e se ne stavano seduti accanto ai genitori con un’aria triste, senza giocare né muoversi. Vidi anche l’”Auriga” attraccata alla banchina numero due: quella nave immensa sarebbe stata la mia casa per molti giorni. Passarono delle ore tra un susseguirsi di controlli; finalmente, nel pomeriggio, cominciammo ad imbarcarci. Poco prima che toccasse a me, mi inginocchiai a baciare quella terra che lasciavo; poi mi avviai verso la passerella. Un ultimo controllo e mi fecero salire a bordo.
Il viaggio
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manovaleLivello di scolarizzazione
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