Mestieri
sacerdoteLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
PoloniaData di partenza
1944Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Ogni giorno, dal diario dell’anonimo cappellano militare rinchiuso nel campo di concentramento di Poznan, nel 1944, affiorano quadri di vita e di sofferenza diversi, che hanno pe protagonisti italiani o detenuti di altre nazionalità.
3 maggio 1944
Spesso vengono da me soldati che mi chiedono di aiutarli a risparmiarsi qualche lavoro insopportabile e qualche… legnata. Faccio sempre il possibile, ma sono prigioniero anch’io. Ora sono giovani di 19/20 anni, che sentono ancora il bisogno della mamma; e mi commuovono, e mi sento quasi mamma, qualche volta. Poveri giovani, come vorrei fare tutto quello che domandano, e anche di più… Oggi ne é venuto uno anziano, 37 anni, ma più vecchio all’aspetto. Non so perché, ho riscontrato in lui i lineamenti che ha mio padre in una fotografia esposta in casa nostra, dov’è raffigurato soldato dell’altra guerra. Ho pensato allora al suo cappellano e devo confessare che avrei provato molto rancore verso di lui, sé avessi saputo che non aveva aiutato mio padre. Così ho fatto tutto il possibile per aiutare anche questo padre, e magari essere da lui benedetto quando un giorno avesse raccontato alla famiglia: ” Un cappellano giovane, che poteva essere mio figlio, mi ha risparmiato molte sofferenze. E forse lo debbo a lui se oggi mi ritrovo fra voi”. Sono soltanto triste perché troppe volte devo dire: “Non posso”.
7 maggio 1944. A Friedeberg, a 150 chilometri, trovo i nostri soldati. Alcuni ridotti proprio male. Lavorano in una calzoleria: scarpe senza cuoio! Faccio visita al parroco cattolico, un gesuita, mi dice l’interprete. Un po’ di tedesco, un po; di francese: si parla, Partenza: 80 minuti di ritardo. Poi, a Kreuz, tre ore di attesa. Mangiamo una zuppa alla Croce Rossa tedesca.
Nella notte, già vicini a Storgard, dobbiamo tornare in dietro per un incidente ferroviario.
Tutta la notte in treno, si arriva alle 8 del mattino seguente.
9 maggio 1944. Stanno portando al campo molti russi. Parecchi sono mal messi, si é sparsa la voce che abbiano il tifo petecchiale. Una ventina di loro, i corpi pelle e ossa, vengono portati nudi nel loro cimitero. Possiamo chiamarci ancora fortunati.
10 maggio 1944. Fra i nuovi arrivati, vicino all’infermeria c’è un vecchio con i suoi due figli. All’ora del rancio li raccoglie vicino a sé e fa la parte… del buon padre. Mi fa compassione vedere che si priva del pane, già scarso. Avrei voluto portargli qualcosa, ma quando sono tornato non li ho più trovati. Che cos’è la guerra…
Il viaggio
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