Mestieri
infermieraLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
MaliData di partenza
1987Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Dalla Costa d’Avorio al Mali, l’infermiera missionaria Maria Grazia Crepaldi si trasferisce nel 1987 lasciandosi alle spalle un vissuto molto intenso. Nel primo periodo del suo servizio in Africa, tra le altre cose, ha salvato la vita di un bambino dopo la morte della madre.
Ed eccomi qui! All’alba del 27 giovedì, e cioè ieri, ho lasciato Brobo cittadina della Costa d’Avorio dove ho passato i miei primi due anni di volontariato presso il Centro di Animazione Rurale. Addio Càte d’Ivoire, addio Brobo con tutti i suoi dispiaceri, i pianti, le sofferenze, ma anche con tanti amici: Carlo, Dino, i brasiliani, Nanù e Marie, il musulmano senegalese che mi ha regalato un anello a ricordo e ringraziamento per avergli portato sempre il latte fresco. E poi tutti gli amici e la gente del Centro, Louis – il cuoco – che mi ha preparato lo sciroppo di limone “che mi piace tanto, casomai avessi sete durante il lungo viaggio”, Frangoise che ci ha preparato le “cacaoettes” – arachidi tostate e André con tutta la famiglia e soprattutto il piccolo Koman che ho portato sulla schiena all’africana, che mi ha fatto passare tante notti in bianco e che “non potrà dimenticare la sua mamma bianca”. Mi pare ieri. La sua mamma Therese stava morendo di tumore ai polmoni, io, che ero andata a trovarla con André, avevo detto che bisognava assolutamente allontanare il bambino da quella corsia d’ospedale che vedeva radunate dieci donne che non si sapeva bene cosa avessero, e che assolutamente la mamma non doveva allattarlo più. “Prendilo Maria, allevalo tu, di te mi fido!”. Ero tornata a casa col piccolo ed un grosso magone. Il Padre della missione, al quale raccontai il fatto, mi ha raccomandato di non uscire di casa fino a funerali ultimati.
La tradizione vuole che se la mamma che allatta muore, si porti con sé il piccolo! E da allora con il mio fagotto legato sulla schiena ho continuato a fare il mio servizio di volontaria. A Messa la domenica le donne mi accarezzavano e mi sorridevano, per strada perfino i poliziotti mi fermavano dicendo: “grazie, tu stai allevando uno dei nostri bambini!”. Fino al giorno in cui, “fuori pe ricolo”, l’avevo riconsegnato ad André, suo papà, perché tornasse a vivere con i suoi fratellini. Senza dubbio questa è stata la parte migliore del mio servizio nei primi due anni. …Erano tutti là a dare a me e Paola, l’altra volontaria, l’ultimo abbraccio e ad assistere, non senza qualche lacrima, al carico della macchina, la nostra casa che si spostava il Mali! Una breve tappa in Burkina-Faso. Alla casa dei volontari a Dafinso non si può andare, la strada nella stagione delle piogge è troppo brutta e noi siamo troppo carichi. Pazienza, tanto mancava Osvaldo, l’amico più caro o forse quello col quale mi intendo meglio o forse solo il più simile a me. E allora via…alla volta della casa maliana!
Facciamo primi acquisti a Sikasso – la città più vicina al nostro villaggio solo 70 chilometri di cui 35 di pista disastrosa – “così -magari questa sera mangiamo a casa nostra…”. É una giornata bellissima: un cielo da disegnare, se ci fosse qualcuno che se la cava con i colori, chissà che cose superbe! Un azzurro mai visto qui in Africa, si respirava aria di montagna, e poi un’infinità di nubi con tutte quelle sfumature dal bianco al nero. E i Baobab. Che piante meravigliose…forse è per via del Piccolo Principe, ma mi affascinano da morire con quelle loro braccia protese verso il cielo!
E la pista? Buchi…acqua…fango. Ecco il cartello di Sanzana, la nostra nuova patria… Ma la casa non è del tutto finita, e poi comunque non possiamo entrare: ci hanno dato le chiavi delle stanze, ma come arrivarci se non ci hanno dato quelle del cancello esterno? Beh, sarà per domani. Dormiamo dalle suore, che non ci sono, e ì nostri accompagnatori alla missione…per carità, non si sa mai!
Sono contenta, la giornata splendida, il verde della stagione delle piogge così diverso dal deserto dì quando siamo venuti in maggio, la casa da iniziare, il nuovo lavoro da sperimentare. Forza e coraggio, ‘anche se oggi è stata una giornata No, abbiamo un intenso programma davanti a noi.
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