Il podere di Nizza

Era l’11 ottobre 1930 avevo appena dieci anni e avevo frequentato solo la quarta elementare. Ero una bambina striminzita, pallida e denutrita perché non avevamo niente da mangiare all’infuori che qualche uovo e pane duro. La nostra partenza fu con il treno delle sei del mattino. Mi accompagno alla stazione la mia amica del cuore Maria, che piangendo mi supplicava di scriverle al più presto, e raccontarle tutto dal come avevamo viaggiato al come ci si trovava in Francia. Le mie promesse furono molte però mantenerle non mi fu possibile. Alle sette e mezza arrivammo ad Arezzo che poi si prese il diretto fino a Firenze, a Firenze si salì nel treno per Pisa. A Pisa si cambiò di nuovo, e salimmo nel treno che ci portò a Ventimiglia, che dopo avere attraversata la Dogana si salì nel treno per Nice e Marseille si arrivò alle ore dodici del giorno seguente della partenza. Alla Stazione di Nice ci aspettavano i Signori Caprini che salendoci in macchina ci portarono a casa sua a pranzare. Appena finito di nuovo ci caricarono in macchina alla volta del podere, assieme ai viveri che sarebbero dovuti servire una settimana. Così ogni Domenica mattina arrivavano puntualmente le nostre porzioni.