Mestieri
contadinoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Il mito del “posto al sole”, plasmato da Benito Mussolini per giustificare l’aggressione dell’Italia all’Etiopia, trova eco nella memoria dell’alpino Domenico Comba.
Sbarcammo a Massaua il 9 ottobre: il sole era cocente, mancava l’aria, ci sentivamo soffocare. L’impressione fu molto brutta. Per fortuna era già pronta la colonna di automezzi militari che ci portò sull’altipiano verso Decamerè. Questa località apparteneva all’Eritrea, colonia italiana fin dal 1896. E questa servì all’esercito italiano per invadere l’Etiopia. A Decamerè, prima tappa, ci fermammo qualche giorno per riposarci un po’ e sistemarci per affrontare il nemico. Il nemico che non conoscevamo, perché a noi non aveva fatto niente; eravamo noi che andavamo con la forza a conquistare una terra e a massacrare i veri padroni di quella terra. Come poteva essere giusto tutto__ ciò?. Avevano ragione gli Abissini a difendere il loro territorio, che cosa ci avevano fatto per essere scacciati dalle loro case? Ma Mussolini voleva a tutti i costi “un posto al sole”. E – difatti – la maggior parte dei mobilitati erano reparti fascisti, tutta gente volontaria, battaglioni formati da uomini di tutte le età purché fossero in grado di combattere. Almeno avessero saputo combattere! Su come fare la guerra ne sapevano ben poco, infatti il risultato fu molto negativo. L’esercito aveva inviato un numero molto esiguo di uomini, una rappresentanza di tutti i corpi in modo particolare specialisti. In poche parole a combattere in terra d’Africa c’erano due eserciti in astio l’uno con l’altro, fra l’altro c’era pure la discriminazione sulla paga: i fascisti prendevano più di noi e la propaganda era tale a loro favore che ogni conquista veniva attribuita alle truppe fasciste. Il comandante di tutte le truppe operanti nel settore era il Maresciallo De Bono quadrunviro della marcia su Roma.
Il viaggio
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