Mestieri
scienziatoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1960Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Il dottor Gramiccia trova inopportuna la scelta dell’accoglienza sovietica di tenere lui, medico in viaggio ispettivo per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità, costantemente separato dal “popolo” russo. Ai ristoranti, ovunque si crei l’occasione per un contatto, i funzionari sovietici che lo accompagnano si adoperano per evitare ogni forma di commistione.
14 luglio
Oggi dovrebbe essere una giornata di mezzo riposo, che dovremmo solo vedere una brigata al lavoro. Sveglia alle 7, riunione alle 7.45. Non ho modo di avere una tazza di thè prima delle 8: Partiamo senza, nella grossa ZIM con strapuntini e un’altra macchina. La ministra ci saluta ma non viene perché soffre la macchina. Lungo la costa collinosa e boscosa dapprima, poi la strada sale, scende, risale, riscende, lascia la costa, ci ritorna, con delle deviazioni incredibili; certo quella strada non l’hanno fatta i romani. Ci fermiamo dopo 50 km. a Gudauta dove c’è naturalmente la colazione abbondante che ci aspetta, in una sala appartata e afosa, invece che nell’ariosa veranda all’aperto, dove c’è solo il pubblico democratico. (Questo aspetto antidemocratico dei ristoranti ci seguirà dovunque, nonostante le nostre proteste. E’ inutile dire ai nostri amici russi che questa separazione dal pubblico locale è una delle cose che fanno pensare a una voluta separazione tra stranieri e locali: di fatto è una separazione tra diverse classi sovietiche: il potere – e i suoi invitati – e il popolo). Poi visita al Sanepid: il solito, con una folla di gente che ci lavora e arredamento incongruo e primitivo. I vetrini da microscopia li fanno asciugare sul forno a mattoni, dove preparano il thé. C’è un museo dove ossa e plastici fetali sono inscatolati in una rappresentazione surrealista di vita e di morte.’ Infinità di fotografie, cornici di tenie, diplomi: una stanza da cultura di vecchia Russia, cosi’ come, del resto, appariva vecchia Russia la microscopista che esaminava i vetrini asciugati sulla cucina. Ma c’è un album rimarchevole di microfotografie parassitologiche fatte da un medico russo nel 1912-15. Visita alla brigata che spruzza: due persone sole per squadra, ma che confusione di gesti e che apparecchiatura !. Ragazze in camice bianco operano la Pompa a staffa. Il DDT, in sacchi di carta, è conservato all’aperto sotto una tettoia e pesato in cartocci su una bilancia da droghiere. Incongrui candelotti al gammaexane per uso all’aria aperta (6 per ettaro). 215 colpi di stantuffo per gonfiare una pompa ! Ripartiamo delusi per una strada ancora più tortuosa lungo le gole di un fiume.’ Incontriamo tanti autobus di turisti. A mezza strada ci fermiamo a vedere la “polla blu” dominata da una statuetta di una tuffatrice in cemento argentato. E’ pieno, anche lungo la strada, di statue rappresentanti degli sportivi, e ciascuno é rappresentato con l’aria seria di chi compie un dovere sociale, mai con l’aria di chi si diverte. La polla è piena di turisti : soliti cappelli bianchi a tesa per uomini e donne, e molte ragazze hanno un pezzo di carta bianco sii naso per proteggerlo dal sole. Una ragazza è bella come una Flora. Proseguiamo, e dopo 3 ore e un quarto complessive di macchina arriviamo al lago Riza, meta del nostro “riposo”. Un bel laghetto montano, dove gli autobus turistici arrivano a getto continuo; ogni gruppo ascolta le spiegazioni della guida (che cosa ? lunghezza, larghezza, nrofondità del lago, cubaggio dell’acqua, altezza delle montagne circostanti ?) ; poi c’è la fotografia in gruppo, con grumi che si susseguono e fotografi…da fotografia; poi il giro del lago in motoscafo per il quale bisogna fare, la coda, acquisto di ricordi e una limonata con spuntino e partenza. In un posto come questo, visitato almeno da 2.000 Persone al giorno (quasi tutte con macchina fotografica), non si trova una pellicola da acquistare. Sorprese della pianificazione di Stato. Anche noi andiamo in motoscafo; sui bordi del lago c’è una dacha che fu abitata da Stalin quando voleva riposarsi. È protetta da alberi anche sul fronte del lago, e così si intravede appena.
Il viaggio
Mestieri
scienziatoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1960Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Gabriele Gramiccia
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