Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Venezuela, ColombiaData di partenza
1987Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Il viaggio verso il Sud America di Ferruccio Bolognani comincia con una tappa a New York, dove è ospite di amici. Nel suo bagaglio, non mancano una macchina fotografica e il diario sul quale racconterà le sue avventure.
Questa mattina la telefonata, dall’agenzia della “Bethesda travel center” di Washington, annulla la mia impazienza. Da una settimana sto attendendo il biglietto aereo circolare per le Capitali del Sud America. Dovrebbe arrivare entro mezzogiorno con la Diti, express . Il fattorino suona puntuale alle 11 e 56 e mi consegna il prezioso plico.
Ringrazio Anna e Pier per l’ospitalità dei giorni trascorsi a Norwalk. Porto con me il ricordo dei colori stupendi dell’autunno. Ci rivedremo nel Connecticut coperto di neve, nel mese di marzo del prossimo anno. Scrivo a casa per confermare date ed itinerario. Così potranno accompagnarmi con il loro pensiero durante questo viaggio avventuroso.
Mi affretto ad ultimare il bagaglio con le cose essenziali. Tolgo gli abiti invernali. Li ritroverò a New York, prima del ritorno in Italia. La valigia mi sembra sufficiente. Nella borsa della inserisco: i documenti con il passaporto, i travelers cheques in dollari, un po’ di marchi, la guida turistica, l’inseparabile macchina fotografica “Olympus” ed il prezioso diario.
Alle 1430 prendo la limousine per il Kennedy airport. Sì evita per pochi minuti l’ingorgo del traffico, che si addensa nelle ore di punta sulle autostrade della circonvallazione di Manhattan.
Il “check-in” e le formalità della dogana debbono essere espletate due ore prima della partenza. Per il volo a Caracas é pronto un Airbus-300. Alle 18,15 il bireattore si muove in processione con altri velivoli. Nel buio della notte i fari delle ali sciabolano luci bianche e rossastre sull’asfalto umido. Dopo una breve sosta d’attesa, la corsa veloce sulla pista di decollo. L’aereo della Pan Am si stacca dalla terra degli Stati Uniti alle 18,49. Con una impennata punta verso le stelle.
E’ il mio 36° volo. Per la prima volta mi dirigo verso il Sud America. Alcune delle 280 poltroncine presentano l’usura del tempo ed una incuria insolita. La mia, manca di molleggio e di imbottitura. Mi pare di essere seduto su una sedia di legno. Il tavolino é rotto. La stoffa lacerata. E’ forse un richiamo alla povertà? Cambio posto. Dopo le solite spiegazioni in inglese, ci sono quelle in spagnolo, trasmesse dal video. Sulla destra si allontanano le luci di New York.
La rotta prevede il passaggio su San Domingo; ma nel buio non si vede nulla. Si balla un po’ per qualche perturbazione. Le hostess servono un rinfresco in attesa della cena di bordo. Le lasagne sono buone. Sullo schermo scorrono le immagini di un film romantico. Preferisco socchiudere gli occhi.
Il viaggio
Mestieri
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