Mestieri
funzionarioLivello di scolarizzazione
Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
AlgeriaData di partenza
1955Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Da Venezia ad Algeri, dove Giorgio si reca nel 1956 per intraprendere un nuovo lavoro. Ad accoglierlo in terra africana c’è uno zio, fratello del padre, che vive e lavora da anni in Algeria e che lo ospita nei primi giorni della sua permanenza.
Il primo impatto con Algeri fu bellissimo, tutto sembrava procedere per il verso giusto. L’entusiasmo era alle stelle, un orizzonte vastissimo si apriva sul mio cammino alimentato da un grande ottimismo. Ogni volta che nella mia vita, mi ero trovato ad affrontare situazioni drammatiche, che all’apparenza non avevano una via di uscita, dopo un po’ di tempo avevo sempre risolto tutto al meglio. Questo nuovo percorso di vita era accompagnato da un ottimismo esagerato … Ad attendermi c’era zio Raimondo, il fratello di babbo che, come già detto, era emigrato in Algeria per le sue idee antifasciste. Mi colpì subìto la sua automobile parcheggiata all’esterno dell’aeroporto. Correva l’anno 1956 e si vedevano già circolare, in gran numero, auto moderne ed eleganti. La vettura di zio era invece una vecchia Citroen Tration, prima autovettura a sperimentare la trazione anteriore. Quell’auto non aveva meno di trent’anni, dava subito nell’occhio e faceva veramente impressione l’enorme massa nera pesantissima, inconfondibile nel traffico. L’abitazione di zio non era grande; un paio di vani dove camera da letto e soggiorno erano un tutt’uno. La moglie di zio Raimondo era originaria della Spagna, la coppia aveva una figlia, Daniela. Mia cugina era fidanzata con un ragazzo che in quel periodo faceva servizio militare nel sud algerino.
Rimasi a Maison Carré, il quartiere di Algeri dove abitava zio, per pochi giorni, il tempo sufficiente per conseguire la patente di guida. In poco più di una settimana la mia società mi fece prendere la patente utile a guidare ogni tipo di camion e anche i pullman. Non sapevo a cosa mi sarebbe servita quella patente così completa.
Il luogo dove andai a lavorare era Colomb Bechar, a più di 900 km. da Algeri, nel sud oranese. Colomb Bechar era la base missilistica francese, quindi zona militare e centro importante della Legione Straniera. Zio mi accompagnò all’aeroporto e dopo aver portato a termine le operazioni d’imbarco, mi recai sulla pista a pochi metri da uno scalcagnato bimotore, un residuo bellico riciclato. Passeggeri, tutti diretti a Colomb Bechar, erano una decina. Fummo chiamati a bordo e, chiuso il portellone, furono comunicate le solite nozioni prima del decollo. Si provarono i motori, prima quello di destra poi quello di sinistra, quindi furono spenti entrambi. Non ebbi il tempo di pensare, che fummo invitati cortesemente a scendere, perché si doveva fare una verifica ai due propulsori. Scendemmo tutti dall’aereo e ci portammo sotto la pensilina della stazione. Arrivò un camion attrezzi che con due meccanici si andò a fermare sotto uno dei motori. Passato un quarto d’ora circa, i motori furono riaccesi e ci fecero risalire a bordo. Si ripeté lo stesso cerimoniale e … anche questa volta, fummo invitati a scendere dall’aereo. La cosa si fece preoccupante, ritornò il camion attrezzi, i meccanici rifecero le medesime operazioni e finalmente ci invitarono a risalire. La paura fu la reazione normale, solo io e un altro fummo tanto pazzi da ritornare sopra quel trabiccolo; le altre otto persone rinunciarono al volo. Non ho mai capito perché fossi disposto a rischiare così tanto pur di non ammettere le mie paure. Rimanemmo in aria un paio d’ore con le mascelle strette, chiudendo gli occhi a ogni sobbalzo dell’aereo. Fu un grande sollievo toccare terra a Colomb Bechar.
Il viaggio
Mestieri
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Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
AlgeriaData di partenza
1955Periodo storico
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