Paesi di emigrazione
OlandaData di partenza
1965Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Il primo pasto all’estero, consumato nel primo ristorante non italiano dalla famiglia di Enrichetta Lorenzini. È solo una delle molte esperienze che accomunano la famiglia Lorenzini a migliaia di altre famiglie italiane che negli anni Sessanta scoprono nuove forme di svago e di turismo, di pari passo con il diffondersi del benessere.
La cosa che più ci colpisce in questo viaggio attraverso la Svizzera è il colore dell’erba: un colore tutto speciale, tutto verde pieno senza fili gialli: è splendente. Casette, balconi fioriti, ortensie giganti, bandierine svizzere crociate, gerani bianchi e rossi colorati esattamente come le bandiere delle Svizzera ci passano davanti agli occhi e non c’è un pezzo di roba fuori posto. Tutto è ordinato, non si vede nemmeno la gente, forse stanno tutti in casa per non mettere in disordine il loro Paese. I cartelli di segnalazione sono abbastanza efficienti. Arriviamo a Lucerna cercando affannosamente il cartello per Basilea dove dovremo pernottare: ci fermiamo un momento sul lago a vedere i cigni, due pastori inglesi leggono il breviario seduti su una panchina, tutto è sereno e tranquillo. E finalmente siamo a Basilea un poco stanchi ma soprattutto ansiosi, mamma e papà, di trovare un albergo per Enrico e Chiara che meritano, dopo un viaggio così lungo, un bel letto riposante.
Alla fine però troviamo un buon Hotel, il Touring and Red Ox Basel dove finalmente scendiamo. C’è un cameriere italiano che ci aiuta con molta gentilezza, è siciliano, ci indica un buon ristorante dove possiamo mangiare. È il nostro primo ristorante in terra straniera l’odore è già molto diverso dai nostri: il nostro cameriere è di Lugano quindi ci intendiamo subito (a parole). Prende Enrico e Chiara per mano e con una reticella va a scegliere in una vasca due trote che poi ci darà da mangiare. E poi: insalata verde, cetrioli, pomodori, carotine, ravanelli, maionese tutto insieme, ci viene servito con la carne e il pesce mentre noi, più svizzeri degli svizzeri, ci facciamo mettere gli spaghetti nello stesso piatto dell’insalata. Questa sì che è insalata russa!
Nessuno di noi sapeva che Basel, la famosa Basilea di cui abbiamo parlato tanto prima della partenza, era proprio alla frontiera cosicché quando troviamo la frontiera-dogana tedesca ci meravigliamo non poco. Cambio i soldi nel portafoglio di Fulvio (il famosissimo recipiente unico si rivela molto efficiente) e Fulvio attacca la volata sull’autostrada, una delle tante autostrade tedesche. Il fondo non piace a papà che la trova molto su e giù, ai lati c’è una campagna molto differente da quella svizzera, c’è una larghezza e una lunghezza imponente davanti a noi, boschi e foreste immensi, campagne estese per chilometri danno subito l’impressione della grandezza e pesantezza della Germania. Vi dirò che non mi piace nemmeno tanto, fa un po’ paura, la solita paura che fanno i tedeschi agli italiani dopo gli scherzi che ci hanno fatto.
Cartelli e segnalazioni perfetti ma gli automobilisti tedeschi sono tutti mancini e ignorano l’uso dei lampeggiatori (immaginare adesso le espressioni di papà) c’è un sedile all’ombra, ma stiamo correndo, ce n’è un altro, ma è occupato, ce li guardiamo ben bene tutti e poi ci fermiamo a fare colazione proprio al sole. Mortadella di Bologna-pesche profumate di casa nostra-addio! Altra corsa sull’autostrada, altra fermata per uno spuntino, questa volta facciamo la fila per avere due birre e un wurstel lungo lungo che mangiamo però molto volentieri, anzi Fulvio deve fare un’altra fila per comprarne un altro mentre Enrico ne farà una terza, seguito dai nostri occhi ansiosi, per restituire le bottiglie.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
OlandaData di partenza
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