Mestieri
studenteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Sierra LeoneData di partenza
1992Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Barbara illustra per grandi linee il programma, fin troppo ambizioso, che la dovrebbe vedere operativa come cooperante in Sierra Leone, tra i piccoli villaggi che circondano la capitale Freetown.
Ed è già lunedì, 13 luglio.
Alle ore 2.30PM abbiamo l’ultimo meeting prima di poter finalmente raggiungere il campo di lavoro.
Sbrighiamo le ultime commissioni, compriamo carta da lettere, francobolli e cartoline e raggiungiamo un chiosco in mezzo al mercato, dove iniziamo a scriverle.
La gente ci circonda, ci osserva, commenta, ci offre da bere, ci dichiara amicizia eterna.
I francobolli sono enormi, e devo riscrivere tutti gli indirizzi. Sono felice.
Cerchiamo dei colori a tempera, che non troviamo, e ci dirigiamo infine verso il meeting point, da dove saremmo partite per l’entroterra. Salutiamo Freetown e raggiungiamo così gli altri.
Dopo tre ore siamo ancora al meeting point, ad attendere il pulmino… qui bisogna sempre aspettare per qualsiasi cosa, spesso si aspetta senza neanche sapere cosa, semplicemente si aspetta.
Sebbene io stessa non sia la cosidetta puntualità in persona, questo atteggiamento mi irrita, ma soprattutto mi è incomprensibile… invece di rimboccarsi le maniche…
Col tempo avrei realizzato le radici storiche e climatologiche di tale fenomeno, ma soprattutto avrei imparato ad apprezzare quei ritmi di vita e lavoro così piacevoli e rilassanti.
L’aspettare svolge una funzione ben precisa qui, rappresenta un alibi e un’occasione per socializzare, investe le persone di maestosa dignità, è parte costituente dell’intera struttura sociale africana…
Si cammina lentamente, ci si muove lentamente, si parla lentamente… e si apprezza tutto ció che si fa e che ci circonda, perché si ha il tempo di osservarlo, di capirlo, di amarlo.
Alle ore 5PM arriva finalmente una specie di carro, che ci raccoglie e si dirige verso l’ignota meta, il villaggio Pa Loko. […]
Gli obiettivi del mio gruppo sono molti: costruzione di toilettes, di contenitori d’acqua, di ponti, di misure igieniche quali la pulizia delle fonti idriche e la costruzione di palizzate attorno a tali fonti. Inoltre avremmo dovuto organizzare un ” Comunity Center”, una scuola, una clinica, avremmo dovuto promuovere la divisione del lavoro, e così via…
Realizziamo immediatamente l’incoerenza di tale programma con le risorse a nostra disposizione, per cui limitiamo l’azione a tre settori soltanto: la formazione di gruppi all’interno dei villaggi, al fine di renderli consapevoli del risparmio di tempo ed energie della divisione del lavoro; la forestazione, realizzata piantando eucalipti al fine di prevenire l’erosione e creare una fonte di reddito nei villaggi, infine la pulizia delle fonti idriche, per prevenire situazioni insalubri.
Questo il programma di lavoro del mio gruppo.
Il viaggio
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