Mestieri
musicistaLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
GiapponePeriodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Alice Cappagli si esibisce a Tokyo con l’orchestra della Scala di Milano. Il concerto ha un apparente successo, ma Alice nutre dubbi sulla reale comprensione e partecipazione all’opera del pubblico giapponese.
30 Ago
Shinjuku. Bavaglini scoloriti, tavolette intrise d’incenso e di devozione superstiziosa s’affollano davanti ai templi, oscillano al collo delle piccole steli agli angoli delle strade: anche lì dove il muro di folla segna il passo del futuro il genius loci urla dalle viscere ancestrali del suo occulto potere. Il fumo dell’incenso bagna la pelle di antico timore, l’acqua asciuga il calore di quell’alito quasi pagano. Non so come tutto questo possa conciliarsi con il moderno Giappone, eppure è così.
31 Ago
C’è stata la prova generale del Nabucco, domani ci sarà la prima. All’entrata del teatro sono molto fiscali, esigono il pass e una volta dentro si rischia di perdersi tanto la costruzione è grande e bizzarramente costruita su due piani diversi. Muti non ha fatto osservazioni probabilmente perché ha voluto lasciar perdere. Domani ho appuntamento con una ragazza italiana che ho conosciuto qui, si è trasferita da poco con il marito il quale lavora per una banca italiana ed è un tipo all’apparenza impermeabile ed ipercritico. Lei è colta e di stile ma di una naturale semplicità, e anche lui se depone la cravatta dev’essere simpaticissimo. L’idea di stare qui quattro anni pare non li scomponga più di tanto, inoltre, dicono, ci sono altri italiani che vivono qui per periodi più o meno lunghi e lo spirito di cameratismo in certi casi può fare miracoli.
Tokyo, 2 Settembre
Il Nabucco è stato un successomi chiedo come si possa impazzire per Verdi all’altro capo del mondo con un kimono addosso e un binocolo Yashica in mano stando con gli occhi chiusi in apparente catalessi e spendendo mezzo milione per una poltrona all’NHK. Con la mia amica abbiamo girato un quarto di Tokyo e considerando che la città ha un diametro di quaranta chilometri direi a buon diritto di essere a pezzi.
Tokyo 5 Sett.
Qualcuno mi ha spinto sul vagone. Mi volto ma non c’è nessuno, solo il muro di corpi delle ore di punta. Mi gira le testa e stringo la borsa forse con lo stupido timore che qualcuno possa approfittare della calcagna mi rendo conto che sto esagerando. Come mi ricordava ieri la mia amica sospirando siamo in Giappone, le voci inalterabili del monte Fuji proclamano l’onestà, fanno dei grandi valori le perle incastonate nella vita di ogni uomo. Qualcuno, o forse il mare umano gonfio di zelo e di stanchezza mi precipita sul bordo di un sedile allora guardo in alto dove un giapponese annuisce consapevole e fiero di aver assolto al dovere dell’ospitalità.
Il viaggio
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