Mestieri
metalmeccanicoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Francia, Regno UnitoData di partenza
1955Data di ritorno
1961Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Armando Zanchi arriva a Londra nel 1956, l’approccio con la City è esilarante.
Salimmo in treno, e verso le nove arrivammo alla stazione di Waterloo, salutai la mia compagna di viaggio, e come previsto, mi misi in attesa ché il mio datore di lavoro, venisse à prelevarmi, per ammazzare il tempo, mi misi seduto nella valige e rosicchiando il solito panino, che mi ero portato dietro dall’Italia, attesi più di un’ora, ma nessuno si faceva vivo, allora mi decisi sul da fare, prima cosa che cercai di fare, trovare qualcuno che conoscesse l’italiano, l’unica idea che mi passò per la mente, per riconoscere qualche italiano, era di guardare alle scarpe, in quel tempo in Italia, andava in voga le scarpe molto appuntite, e sicché era solo di aguzzare la vista e guardare a terra, infatti la caccia mi dette il resultato prima del previsto, vidi poco distante uno che calzava il tipo di scarpe, gli domandai se era italiano, mi rispose! “sono Calabrese”, “è già qualcosa” risposi io, “sapresti dirmi? Come fare per andare alla stazione Vittoria?” Mi rispose che dovevo, prendere il tacchino, io meravigliato gli risposi; “quasi quasi, con questa fame anche un coscio mi andrebbe bene”, lui si mise a ridere e disse: “cosa credi che sia roba da mangiare!” “Penso di si; e allora cos’è” gli domandai? “È la macchina che si prende per andare da una stazione all’altra”, allora io capì che si trattava di un taxi, gli domandai se come me lo aveva detto lui era in lingua inglese, fece cenno di si, allora io credo che l’inglese, sia più facile del previsto.
A questa discussione in disparte, assisteva una signora, che se la godeva di cuore, a sentire questa movimentata parlata; si avvicinò e mi domandò! “Scusi lei è toscano?” “Si” risposi. “Io sono di Torino, se posso essergli di aiuto in qualcosa, lo faccio volentieri”, “grazie signora! Arriva proprio al momento buono, con questo amico, non riesco ad avere le informazioni giuste”, “faccia vedere a me! Dove deve andare, io lavoro qui da molti anni, conosco bene l’inglese quindi tutto sarà più facile”, dette una guardata a i miei fogli, e mi disse: “venga con me, che l’accompagno io, tanto devo andare da quelle parti, ò la macchina qui fuori”.
Aggiustate le valigie un pò alla meglio, si incominciò a girare per Londra, io incollato con gli occhi al finestrino, lei mi disse: “Le piace Londra?”
“Senta signora! Veramente non saprei come rispondere, qui vedo solo una grande confusione, io sono abituato in un paesino dove di macchine tra il sì e il no, c’è ne sarà tre o quattro, e vedere tutto questo movimento, ne sono tutto frastornato”. Continuammo per circa una mezzoretta in quel traffico infernale, finalmente disse, “siamo arrivati!” Scesi di macchina mi ripresi le beate valigie, ringraziai veramente di cuore questa signora, che il suo aiuto fù davvero miracoloso, e dentro di me dissi:
“Questa è piovuta come il cacio sui maccheroni”, vecchio detto toscano. si vede che la provvidenza non mi aveva abbandonato. Entrai in stazione, mi si avvicina un tizio, con tanto di cappello, mi sembrava uno della legione straniera, mi prese le valige ed io in italiano gridai! “Oh! Amico fermo! Le valige sono le mie; dove le porti?” A forza di cenni mi fece capire che era un facchino, Ma! Lasciamolo fare. Ci incamminammo dentro la stazione piena di treni in partenza, lui ad un certo momento si ferma, e tende la mano, io pensai fra me “Questo vuole essere pagato!”
Avevo della moneta inglese, ma non conoscendone il valore, presi un pezzo e glie lo consegnai, questo incominciò ad inchinarsi e scappellarsi, come se fossi stato il Maragià delle Indie, si vede che lo pagai bene.
Il viaggio
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