Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
ZimbabweData di partenza
2011Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Arriva il giorno dell’inaugurazione del progetto per cui Paolo Meloni nel 2011 si è recato in Zimbabwe: la creazione di una sartoria artigianale, un’idea nata in seno alla chiesa Battista italiana e realizzata grazie al contributo di molti volontari.
Domenica 24 Aprile, giorno di Pasqua, si va in chiesa, tutti eleganti. Anche nella chiesa di Harare, i canti rappresentano il centro del culto, sempre accompagnati da danze. Le parole degli inni vengono proiettati su uno schermo, per facilitare la lettura, in lingua Shona. La predica è affidata a Anna Maffei che parla in Inglese tradotta in lingua Shona da un membro di chiesa. Anche questo culto è iniziato alle 10 e termina alle 13. Parla il pastore Chiromo, che parlando ai membri di chiesa e a noi dice che alli uscita dalla chiesa ci sarà la posa della prima pietra, relativo alla costruzione della sartoria (progetto Tabitha). Ci trasferiamo all’esterno e notiamo che è stato montato un supporto dove è stato fissato il nastro, che verrà tagliato, per sancire l’inizio dei lavori di scavo della costruzione. Il depliant preparato per la cerimonia, riporta il titoli ” Ground Breaking Ceremony for Tabith- School of dressmaking” (cerimonia per l’inizio degli scavi per la costruzione della scuola di sartoria Tabitha. Continua il depliant: Speeches –Pastor Anna Maffei, Paolo Meloni. Dopo un discorso introduttivo di Chiromo il quale ringrazia quanti stanno lavorando per questo progetto, fa un accenno su di me, constatando che sono stato di parola, credo si riferisse a quanto detto da me a Chianciano, a lui e al gruppo dei candidati dello Zimbabwe, che sarei andato in Zimbabwe al più presto per un primo sondaggio e così è stato. Parla prima Anna Maffei a riguardo del progetto e all’impegno che potremmo portare avanti, tenendo conto delle poche possibilità che le chiese Battiste Italiane potranno fare, ma comunque una quota del 5 per mille verrà destinata per la sartoria. (mentre scrivo questo diario, vengo a conoscenza che il comitato ha deliberato che 20.000,00 € del 5 per mille, verranno destinati nel seguente modo: 7.000,00 € al progetto Hester, per l’aiuto ai poveri, 7.000,00 € per il progetto Tabitha (sartoria) e 6.000,00 € per l’ospedale di Sanyati). Sono molto contento di questa notizia, ma ciò, non deve far diminuire l’impegno di raccogliere fondi per questo progetto, mi auguro che a Settembre la nostra chiesa riprenda a mettere da parte, qualche piccolo risparmio, per consentire un ulteriore aiuto a questo popolo che ha bisogno di noi.
Poi è il mio turno; potete immaginare il mio imbarazzo in quanto avevo scelto di parlare in Inglese ( si fa per dire) comunque, mi butto e comincio con i saluti di rito, dico che questa giornata è importante per me e per quanti sono impegnati in questo progetto. Che io credo in questo progetto e mi auguro di tornare entro un anno e dopo essermi scusato per il mio “English bad” continuo dicendo che: se io aiuto voi, e voi aiutate me, Dio aiuterà tutti noi”. Mentre parlavo, osservavo Anna, che rideva, spero che non fosse per il mio ” English bad”. Dopo aver parlato io, il pastore Chiromo si rivolge ai membri di chiesa, chiedendo un aiuto, monetario, ma anche materiale, e molti offrivano; chi mattoni, chi sacchi di cemento, chi sabbia e chi non poteva dare niente, offriva la propria manodopera, (annunci seguiti da canti di gioia e Allelluia) e allora al momento di dare la prima picconata alle fondamenta, qualche membro di chiesa, dopo che Anna e io abbiamo dato la prima picconata, si sono avvicinati e hanno iniziato anche loro a dare qualche colpo di piccone al terreno. Bel momento di condivisione dei doveri. Particolare curioso, ripreso dall’occhio indiscreto della telecamera, ad Anna era toccato un piccone pesante e siccome non stava attraversando un periodo buono fisicamente, (era molto debole) e dopo aver fatto una fatica solo per sollevarlo, il piccone ha toccato terra, senza minimamente scalfire il terreno. La prima a ridere è stata Anna seguita poi dai presenti. Poi è stato il mio turno seguito da qualche volontario e poi una donna anziana che ha preso il piccone e ha dato qualche picconata. Sicuramente era pratica, magari lavorava in campagna. Cè stato poi il taglio del nastro che ha sancito la fine della cerimonia. Il pastore Chiromo, crede molto in questo progetto, in quanto la sartoria darà l’opportunità a 20 donne, (credo tutte vedove) di imparare un mestiere e di conseguenza guadagnare qualcosa confezionando dei capi di vestiario. Io, ho detto che insegnerò a fare i camici ospedalieri e le divise per i bambini ( tipo esperienza Kenya). Ho lasciato detto che per la mia prossima venuta in Zimbabwe di farmi trovare un rotolo di tela bianca, per poter cominciare a insegnare e a produrre. Dio sicuramente ci aiuterà. ” I think so I believe.” Io ho fiducia e ci credo.
Il viaggio
Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
ZimbabweData di partenza
2011Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Paolo Meloni
Calorosa accoglienza
Nel terminal di Addis Ababa, quando giri un po' per i negozi, hai l'impressione di essere...
“Come nasce il progetto”
Al mattino, incontro con l'architetto che ha disegnato il progetto: dopo aver discusso su qualche modifica...
Visita all’ospedale
Lunedì 18 Maggio (ottavo giorno) ci rechiamo all'ospedale di Sanyati. E' un ospedale Battista creato dagli...