Il traforo del Sempione

Quando ero piccolina mio padre fu costretto ad emigrare con la famiglia, mia madre, io e le mie due sorelle, perché in Italia c’era molta disoccupazione. Doveva essere l’anno 1911. Mio padre aveva trovato lavoro, era l’epoca del traforo del Sempione, che doveva collegare l’Italia con la Svizzera.

Partimmo un bel giorno per andare ad abitare in Svizzera, nel Canton Ticino. Io ero così piccola che rivivo quel viaggio solo nel racconto della mamma. Mi raccontava che mia sorella si era ammalata di scarlattina e così doveva stare ben calda e rinvoltata. Mi immagino come doveva affannarsi per trasportare me piccolina e l’altra ammalata. Raccontava anche un curioso episodio: essendo giunti ad una stazione che portava a Chiasso, il ferroviere incaricato di avvertire gridò: “Si parte per Chiasso!” E gli emigranti in coro di rimando: “Si parte per davvero!” E invece arrivammo alla località chiamata Chiasso. Così smisero di ridere… Si dovette tornare indietro…

Poi, quando finalmente giungemmo a destinazione, mia sorella era febbricitante. Il medico chiamato d’urgenza prescrisse bagni gelati, ma mia madre, abituata alle cure dei medici italiani si guardò bene dall’eseguire la prescrizione e la curò a modo suo. Infatti di lì a pochi giorni fu in via di guarigione, ma nel frattempo mi ero ammalata io. La mamma racconta che me ne stavo tutta rinvoltata col viso di brace e gli occhi chiusi e gli italiani emigrati nostri conoscenti e parenti, che venivano a farmi visita, scuotevano la testa, e dicevano che in Italia non sarei più tornata…