Mestieri
giornalista, contadinaLivello di scolarizzazione
diploma Federazione svizzera di giornalismoPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1964Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Il racconto del momento della partenza, della scelta dell’emigrazione e dei motivi che hanno portato Germana Carbognani e lasciare la sua terra.
Il treno che ho preso io, quando avevo diciott’anni, non era il treno degli emigranti. era pieno di soldati in congedo. Ritornavano a casa, loro, allegri e sboccati. Sdraiati di sghembo sui sedili della seconda classe vociavano contenti. Abbiamo viaggiato assieme tutta la notte. Ero l’unica che partiva per un paese straniero, e neanche tanto per bisogno. Da mangiare in Carnia ce n’era nel 64. era già finita l’emigrazione dei poveri: dei nostri padri, dei nostri nonni.. e noi partivamo senza troppi rimpianti, con la voglia nuova di crescere altrove, magari dove il benessere era già arrivato. Non volevamo fare le sarte o le contadine e, in fondo, bastava poco a illuderci che sarebbe stato facile e che saremmo tornati più grandi e più ricchi. “Siete stati gli ultimi voi a partire” mi ha detto uno, al bar del mio paese. È vero. Dopo, nessuno se n’é più andato. Dev’essere successo qualcosa che noi non abbiamo percepito; gli altri si. Quelli dopo di noi hanno capito che era meglio aspettare. Non che allora potessero giudicare a che punto stava l’industria o quale futuro avesse l’Italia, erano solo restii ad allontanarsi dal loro Paese. Restavano in attesa, magari senza sapere di cosa. Gli anni della guerra erano lontani, qualcosa sarebbe pur successo: sono ritornata. Abito qui dalla scorsa estate. Sono una delle poche che ha avuto il coraggio di farlo. Incontro, d’agosto, i miei vecchi compagni di giochi, tornati anche loro con gli accenti stranieri, solo per poche settimane, il tempo di capire che non ce l’avrebbero fatta senza quei viottoli, quelle case dai muri un po’sbilenchi e, soprattutto, senza quell’immagine, che avevano rimirato in segreto, del loro paese bello e caro nel ricordo. In fondo, questi miei anni stranieri non contengono grandi storie, ne’ il sacrificio bello e santo di chi si guadagnava il pane. A casa erano rimasti solo i nostri genitori e a loro non dovevamo neppure mandare i soldi. Ma io so perché noi siamo così diversi. Siamo italiani di un’altra razza, quasi di seconda classe. Ci soffermiamo a cercare i vocaboli dei nostri dialetti e ci vergognamo a mostrare quello che abbiamo imparato in giro per il mondo, quasi fosse una colpa cerchiamo di assomigliare alla nostra gente, di essere come loro vogliono che noi siamo e speriamo cosi di riguadagnarci il diritto alla nostra identità.
Il viaggio
Mestieri
giornalista, contadinaLivello di scolarizzazione
diploma Federazione svizzera di giornalismoPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1964Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Germana Carbognani
“Le mie radici”
Ho smesso con il mio lavoro, così, da un giorno all'altro senza un motivo vero, recente....