Mestieri
saldatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
AustraliaData di partenza
1962Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Antonio Sbirziola ha deciso: ha 16 anni e vuole lasciare la sua terra, la Sicilia, per emigrare a Genova dove lo aspetta uno zio maresciallo dell’esercito, Nunzio, che lo aiuterà a trovare lavoro.
Dopo mezza ora che ci o penzato, le dico a Mamma, di nascosto. Mamma io vorrei antare a Genova da Zio Nunzio, quanto tu sei pronta, posso partire. Mamma risponte, prima ti devi guadagnarti i soldi per’il viagio.
Mi trovo il lavoro per guadagnarmi i soldi del’viagio. Sono tutte giornate saltuarie, con differente patrone, mi o guadagnato £ 20.000, Le dico a Mamma i soldi ce lo e posso partire. Mi conpero una valigetta di cartone, che costa £ 1.000, Mamma mi a preparato un piccolo corredo. E il 28 giugno del’1958. Io alla sera saluto a tutti gli zii, e parenti e i miei amici. Alla mattina alle ore quattro prento l’autobus per antare a Catania. Mamma Papa le mie sorelle con i miei fratelli e cognati mi acconpagnano alla fermata del’autobus, io o due fagotti in mano, o dei panini in uno e dell’altro un regalo per i zii che Mamma ce lo manto per affetto di sorella.
I miei cognati mi regalano, £ 3.000. Ho in tutto £ 23.000 in tutto. Per il viagio, Butera, Catania costa £ 2.000, io abraccio a tutti e salisco sul’autobus. Arrivo a Catania, sono pentito di avere partito, o lasciato ai miei genitori piangento. Arrivo che sono le ore otto di mattina. Il treno che sarebbe la Freccia del’sole parte alle ore nove. Non ce tanto tenpo da perdere e di fare la decisione. Di partire o pure da ritornare accasa. Pero ritornare accasa e una vergogna per me, decido di perseguire la mia avventura.
Conpero il biglietto. Catania Genova £ 17.000, mi sono rimasti solo £ 4.000, per tutto il viagio. Fortuna che i miei cognati mi hanno regalato £ 3.000, altrimenti non avrei avuto una lira in tasca. Salisco sul treno che e stato formato a Siragusa, tutti gli sconpartimenti sono pieni. rimango allinpiedi, spero di non farmi tutto il viagio allinpiedi. il treno parte verso il norde Italia. Per me e la prima volta che vedo il treno passegero, le motrice del’treno Eletriche, e le carrozze del’treno. mi senbra qualche cosa estrania. Da me stesso dico io sono assai intietro della mia vita. Vedo cose che non mai visto. Il treno percorre in una grante velocita. Io guardo nel finestrino e vedo le coltivazione di agrumi alberi di frutta e i contadini che lavorano. A Taormina vedo le persone che si fanno il bagno.
Ingomingio a vedere cose che non o sognato mai. Si arriva a Messina, nel finestrino vedo le nave traghetto che il treno entra la nave. Queste cose le guardo con gioia, e me ne sto zitto di gioia. Il traghetto parte. quasi tutti i passegeri saliscono sopra io le seguo. La prima cosa che faccio mi scrivo il numero della scala. Come salisco vedo la sala con i ristorante, e assai affollato. Guardo cosa ventono nel’bar, ce il bene di Dio. Guardo i prezzi sono troppo cari per conperare da mangiare, ci sono le bevante esposti. Non so i prezzi, non conbero niente.
Esco fuore per guardare cosa ce che si vede, la prma cosa che vedo la statua della Madonna che abastanza alta, mi faccio il segno della croce. Pero mi sono dimenticato di chiederle la grazzia di aiutarmi della mia avventura che sto percorento.
Vedo le Nave che sono attaccate al’porto, sono assai meravigliato di quanto o visto e di quello che sto vedento. Il traghetto arriva a Villa Sangiovanni io cerco il numero della scala e scento. Trovo la carrozza e trovo la mia valigia. Alcune passegeri scentono e io mi trovo il posto da sedermi. Mi sento stango di stare allinpiedi, prento un profonto respiro di avere trovato il posto. Il treno parte verso il norde Italia, vedo le montagne della Calabria di come sono alte. Io mi credevo che le montagne sono solo a Butera. Questa e la mia ingenuita della mia vita, passata in un piccolo Paese di canpagna.
Il treno cammina, vedo i contadini che lavorano che zap- pano, anche le donne lavorano, che si vede chiaro e di come le vedo io. Tutti che si sagrificano del’lavoro. Io questo non lo mai penzato prima, lo vedo io adesso di come la vita sagrificata. Mi faccio una discursione da me stesso. E dico in me, Antonio fatti coragio che troveremo la vita con difficolta. e per qualsiasi cosa dovrebbe succedere, dovremo lottare.
Il treno frischia e corre veloce.
Il viaggio
Mestieri
saldatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
AustraliaData di partenza
1962Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Antonio Sbirziola
L’idea della partenza
Alla mattina, io e i miei fratelli ci alziamo allo stesso orario. A loro non le...
“Vado in Australia”
Siamo nel mese di ottobre, e un giorno che il mare e imovimento, e piove tutti...
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Mi arriva una lettera accasa dei zii del’luficio di emigrazione Australiana, zio telefona che devo antare...
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