Mestieri
elettrotecnicoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Vietnam, SudanData di partenza
1979Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
Temi
Sisto Cherchi è in Sudan, nel pieno della guerra civile che attanaglia il paese da anni. La missione umanitaria che conduce prevede di portare alimenti a una tribù rimasta isolata tra i guerriglieri e l’esercito “regolare”. Ma la via da percorrere è impervia e i pericoli mortali si moltiplicano. Dopo una notte di riflessione, Sisto decide di rinunciare all’impresa suicida.
6.2.88.
E’ notte fonda. Sto scrivendo alla luce di una lanterna a petrolio. Sono a Kwerigik nella Missione di Padre Mattia, sul margine della foresta che si stende fittissima sulla sponda sinistra del Nilo. E’ il punto più avanzato verso la zona in cui i guerriglieri sono padroni assoluti. Sono appena al di là del fiume. Noi siamo nella terra di nessuno dove i soldati passano solo qualche volta in convoglio, cercando di costringere l’esercito di liberazione a uno scontro diretto. Questo però attacca di sorpresa solo ai punti deboli dello schieramento nemico. Poiché il nostro obiettivo è di far giungere i soccorsi alla tribù Mundari, ridotta alla fame dall’impossibilità di coltivare i campi e dalle confische di bestiame praticate dal due eserciti, stamattina abbiamo cercato di raggiungere Terakeka, un importante villaggio a 60 chilometri da qui. Procedevamo con cautela, sperando di non fare brutti incontri. Dopo aver percorso una ventina di chilometri, avvolti da un silenzio, anzi da una mancanza di vita quasi irreale abbiamo avvistato un appostamento di soldati che sembravano molto eccitati. Nonostante che avessimo un salvacondotto dell’Esercito, il comandante della postazione ci ha chiesto molto duramente come potevamo penetrare nel territorio nemico senza temere i guerriglieri. Sospettava evidentemente qualche complicità con questi e ci ha fatto perquisire l’automezzo. Quando si è convinto che non trasportavamo armi ci ha ammonito che nel corso della notte l’esercito ribelle aveva minato la pista. Abbiamo quindi rinunciato a proseguire e abbiamo deciso di tentare domani un percorso più lungo ma meno pericoloso.
7 – febbraio
Siamo partiti all’alba verso Koroni, sperando di poter raggiungerei Mundari da Terakeka, ma a metà strada ci ha fermato una grossa formazione dell’Esercito regolare. Ci hanno intimato di ritornare indietro perché a Koroni, nel corso della notte, si è combattuto e la situazione è incerta, Abvuo Mattia, così chiamano gli indigeni il Missionario, mi ha detto che si potrebbe tentare di raggiungere Terakeka, con due giorni di marcia, senza attirare l’attenzione dei combattenti. Comincio ad avere delle perplessità. Raggiungere i Mundari è la missione che mi hanno affidato, ma ormai ho sufficienti e ragionevoli giustificazioni per non passare dal senso del dovere alla temerarietà. Certo non ho figli da mantenere, ma ho i miei cari che mi offendono. Chiedo a Mattia di lasciarmi il tempo di decidere. Lui è il tipo di missionario votato al martirio.
Il viaggio
Mestieri
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