Mestieri
medicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Brasile. Argentina, Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1921Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Nel 1921 il trentenne medico Vincenzo Grossi parte per il Brasile a bordo del “Duca d’Aosta”. Durante la traversata ha tempo e modo di osservare i passeggeri.
Nell’agosto 1921 partii col Duca d’Aosta per il Brasile gratis in prima classe con l’incarico di De Michelis di studiare le condizioni in Brasile per una possibile emigrazione intellettuale.
Da Genova andammo a Barcellona e poi a Rio de Janeiro. […] Sul piroscafo viaggiavano dei giovani italiani sposati a delle brasilere ed io ebbi la più tragica impressione al vedere come queste ricche signore trattavano i mariti. Io avevo avuto sempre l’idea che un matrimonio ricco poteva risolvere i miei problemi ma fu la mia prima doccia fredda a farmi capire che il denaro della moglie era legato a tale offesa della propria personalità che non valeva la pena il desiderarlo.
A Rio ebbi un’intervista sul piroscafo e il mio nome comparve su tutti i giornali della sera. Andai ad abitare al primo albergo, ma avevo solo 4000 lire in tasca e nessun appoggio. Dopo due giorni andai in una modesta pensione. Andai subito a vedere il Dottor Rigo. Questi era un ex infermiere, parente del farmacista Roppo di Roma, che aveva una magnifica clientela. Egli mi consigliò di andare a Rio Grande do Sul perché a Rio dovevo stare almeno sei mesi prima di dar gli esami ed io non avevo mezzi di sussistenza. A Porto Alegre si poteva esercitare senza esami. Avemmo una tempesta nel golfo di Santa Catarina e per poco non andammo a fondo. A Rio Grande do Sul il piroscafo si fermò e io andai a trovare un medico italiano, che mi diede una presentazione per un medico di Porto Alegre che non era della professione regolare. A Porto Alegre tutti potevano esercitare e io appena arrivato mi presentai alla Società dei medici regolari e mi accolsero bene e feci anzi una conferenza sulla cura dello stomaco ptosico. Mi fu permesso pure di fare due operazioni di ernia nell’ospedale principale.
Porto Alegre era allora una città di oltre duecentomila abitanti con molti italiani. Per racimolare clienti cominciai ad andare in qualche farmacia e a cercare di fare amicizia passando i miei giorni nei caffè e nelle case di prostituzione che erano abbondantissime. Ma era la miseria vera e io non vedevo via d’uscita. Non c’era verso di fare amicizie utili ed io capii subito che fra tanta gente che esercitava la medicina io non potevo combinar nulla. Ci fu uno che mi propose di andare in giro per lo stato come gli zingari e far operazioni se capitavano.
Il viaggio
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