Paesi di emigrazione
IsraeleData di partenza
1965Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nel 1965 Assunta Di Pietro comincia, da Nazareth, il suo viaggio in Terra Santa. È una fervente religiosa e raggiungere i diversi luoghi sacri della cristianità rappresenta un sogno che si realizza.
14 luglio – Alle 9 circa arriviamo a Nazareth e mettiamo piede in Terra Santa. Sembra quasi impossibile di aver realizzato questo sogno e ci guardiamo intorno pieni di commozione, ansiosi di vedere e godere tutto quanto il programma promette. La catena del Carmelo si profila all’orizzonte davanti a noi: nella mente di noi tutti il Monte Carmelo, tante volte sentito ricordare, si configurava come un monte isolato che le note vicende del Profeta Elia avevano reso famoso nei secoli. Invece esso non è che una modesta altura della catena che porta questo nome e sulla quale ha oggi sede il Santuario della ‘Madonna del Carmine’ a ricordo appunto degli storici avvenimenti. Siamo stati tutti molto contenti di poter incominciare la nostra visita ai luoghi santi, proprio con un Santuario Mariano, il cui titolo tanta venerazione riscuote anche nella nostra Roma. Prima di proseguire per Nazareth, andiamo a visitare il mausoleo eretto in onore del profeta Bahai, circondato da un giardino di stile persiano, ricco di magnifici fiori e di piante lussureggianti. È il nostro primo contatto con templi non cristiani e per la prima volta dobbiamo abbandonare le nostre scarpe ed entrare a piedi scalzi nell’edificio sacro, cosa che si ripeterà poi in ogni altra visita fatta alle numerose moschee famose per pregi architettonici, artistici, tradizione religiosa, ecc. Subito dopo un pullman ci accoglie per condurci a Nazareth, dove giungiamo alle 12 circa. Veniamo immediatamente sistemati in Casa Nova, dove i francescani accolgono i pellegrini che si recano in Terra Santa. E’ un ambiente moderno, familiare, simpatico, gestito da un italiano, e quindi l’ospitalità è per noi in armonia con i nostri gusti e le nostre abitudini. Nel pomeriggio, dopo un breve riposo, saliamo sui taxi pronti ad attenderci per condurci al Monte Tabor. Il percorso è molto panoramico e la Valle di Esdrelon si apre sotto di noi con dolci declivi e verdi pianure. Il Monte Tabor è riconoscibile facilmente, essendo isolato e quindi possiamo misurare la distanza che ci separa dalla storica altura, man mano che ci avviciniamo al magnifico santuario che sorge sulla cima e che ricorda la Trasfigurazione di Gesù. L’esterno del tempio ricorda nella sua struttura l’entusiastica esclamazione di S.Pietro: “Signore, se tu vuoi, facciamo qui tre tabernacoli”; infatti la facciata è come divisa in tre Parti, che formano però un tutto armonico e molto indovinato. Le ampie vetrate danno all’interno una luce calda che fa brillare i mosaici riproducenti il miracolo della Trasfigurazione e figurazioni simboliche: questa luce non è che un pallido riflesso di quella folgorante luminosità che avvolse la fi-gura del Redentore quando egli volle, proprio su quel monte, interrompere per qualche istante il processo di assimilazione alla nostra natura, rivelandosi nel fulgore della sua divinità.
Il viaggio
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