Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
AngolaData di partenza
1976Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Bianca Maria e Gino arrivano a Luanda, in Angola, nel 1976. Lei, pittrice, è stata “ingaggiata” da Alitalia, che sta per aprire un nuovo scalo a Luanda, e vorrebbe celebrare il momento tramite la sua arte. Il viaggio ha proprio lo scopo di stimolare la sua creatività sulla base dei soggetti reali e del paesaggio angolano.
16 Maggio 1976
Siamo sulla pista di rullaggio ed il grosso quadrimotore è pronto per il decollo. E’ l’una e trenta. Il DC-862 dell’Alitalia, diretto a Luanda dalla pista di Fiumicino impiega 45 secondi per sollevarsi e virare quindi verso il mare. La notte è calma ed il volo è regolare. Si spengono a poco a poco le luci; mi distendo sulle due poltrone vuote accanto alla mia. Il sonno mi viene e mi addormento per qualche ora. Verso le 6 uno spiraglio di luce mi indica che è già giorno. Bianca Maria è già sveglia e sta ammirando gli splendidi colori che l’alba africana sta generosamente elargendo.
Stiamo volando sopra il Gabon e l’aereo comincia a virare verso il mare evitando cosi il sorvolo del territorio dello Zaire perché il Governo di questo Paese non consente agli aerei diretti in Angola di sorvolare il proprio territorio. Questa deviazione comporta 50′ in più di volo.
Alle 8 intravediamo le coste dell’Angola e gradatamente ci avviciniamo a Luanda dove atterriamo alle 8,30.
La città di Luanda, con 500 mila abitanti, in una baia ben riparata è il centro più importante del Paese; punto di partenza di una ferrovia che penetra nell’interno. Il nome della città deriva da quello di S. Paolo di Luanda.
Già prima della occupazione olandese la città aveva cominciato ad acquisire alcune delle caratteristiche che permangono ancora oggi. Le battaglie intraprese trecento anni fa per liberarla dagli olandesi distrussero molto senza alterare il suo essenziale aspetto urbano.
La Luanda di oggi è una metropoli progredita che cresce di giorno in giorno anche se di tanto in tanto, e ancor più se ti allontani dalla città, si scorgono i segni di una guerra finita da pochi mesi. Essa ha edifici del più moderno disegno architettonico, grattacieli, ville eleganti che prendono il loro posto tra vecchi edifici di ogni stile. Questa varia ed armoniosa città serve come piano di fondo all’incantevole scenario della baia. Sara uno dei soggetti pittorici scelti da mia moglie.
Prima di atterrare filmo il panorama della città dall’alto. Sullo sfondo: navi alla fonda. Il grosso quadrimotore si ferma. Inizia il meticoloso controllo della polizia prima, della dogana poi.
Notiamo subito che il tempo, qui in Africa, scorre lentamente. C’e un cambiamento di marcia: dobbiamo adeguarci.
Il Signor Galeotti, Capo Scalo Alitalia, gentile e sorridente ci fa accompagnare con un camioncino della TAAG ( Societa Aerea Angolana ) all’ Hotel Panorama dove arriviamo alle 10.30
La Signora Rita, moglie del Capo Scalo, che sapeva del nostro arrivo ci viene incontro salutandoci. Prendiamo alloggio nella stanza n° 120 del primo piano.
Dalla grande vetrata dell’Hotel osserviamo l’Atlantico sconfinato. Aspiriamo l’odore di salmastro. A pochi metri da noi le onde si infrangono con forza sugli scogli spumeggiando.
Una rinfrescante doccia ci toglie il sudore di dosso. Nella sala snack-bar dell’Hotel ci attendono i signori Galeotti con i quali ci intratteniamo cordialmente.
Poco dopo arriva la Signorina Maria Alcina, segretaria del Presidente della Compagnia Aerea Angolana, accompagnata dal Signor Santos autista della consorella.
Si è fatto tardi: in un tavolo rotondo della sala ristorante sediamo in sette. Il servizio è soddisfacente. La Sig. Galeotti asserisce che il servizio ed il vitto migliorano di giorno in giorno. Accanto al nostro tavolo prendono posto gruppi di varie delegazioni estere: russe, rumene, tedesche orientali e cubane. Tutte in attesa, da alcuni giorni di essere ricevute da Ministri e funzionari di Governo.
Dopo il pranzo una passeggiata sul lungomare e necessaria. Respiriamo a pieni polmoni. Alcuni ragazzi si divertono a pescare. Dalla parte opposta della laguna si distende Luanda con i suoi grattacieli.
Questo primo contatto diretto con il nuovo ambiente ci avvince subito. Ci sentiamo felici. Ai tropici la notte cade presto. Non ci allontaniamo dall’albergo per motivi di sicurezza. Dinanzi all’albergo staziona in permanenza un soldato con il mitra. Ritorniamo all’Hotel che è già sera.
Nella grande hall si gode di un bellissimo spettacolo: al di la della laguna, nella sera buia, la città si accende di mille luci colorate ed i colori si allungano sulle placide acque della laguna. Ma all’improvviso ecco salire la nebbia e la città scompare.
Seduti sul divano facciamo conoscenza con il Dr. Taddeo Conca inviato speciale de l’Unita, giunto in Angola per scrivere una serie di articoli. Le sue credenziali — ci dice — sono state firmate dal Segretario del P.C.I. Sig. Enrico Berlinguer.
E’ mezzanotte, è la stanchezza che ci invita a concludere questa nostra prima giornata angolana.
Il viaggio
Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
AngolaData di partenza
1976Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Gino Serroni
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