Mestieri
analistaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1943Data di ritorno
1945Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Lea Ottolenghi è riuscita a fuggire in Svizzera e a mettersi al riparo dalle minacce che incombono in Italia su ogni cittadino italiano ebreo.
Siamo saliti in una macchina e ci hanno portato a fare una visita medica dopo che dei soldati ci hanno rifocillato e poi partenza per Bellinzona, scortati da un soldatino. Siamo passati da Lugano, quale meraviglia! Tu Gastone ci sei stato e puoi immaginare che effetto abbia fatto ai miei occhi! E sentissi come me la sbrigo col mio francese! Infine siamo giunti ad una specie di questura dove ci hanno interrogato e preso le impronte digitali poi noi donne ci hanno mandato in un asilo di bimbi attrezzato provvisoriamente a campo di raccolta profughi e gli uomini in un altro. Eravamo sempre sotto sorveglianza dei militari. Ci hanno fatto fare una doccia disinfettante e hanno preso tutti i nostri abiti per disinfettarli, è stato piuttosto umiliante specialmente quando i soldati tiravano fuori i nostri indumenti sbandierandoli e chiedendo: di chi è questo? Ero esterefatta e mi dispiaceva sopratutto per mamma ed Emma. Nei campi di raccolta c’era tanta confusione e mancava una buona organizzazione. Comunque io mi ero subito affiatata con tutti, ci aiutavamo a vicenda e sopratutto cercavo rendermi utile coi bambini, ce n’erano parecchi. Ognuno aveva un romanzo da raccontare: a confronto delle nostre peripezie, quanti tragici racconti ho sentito! C’è chi è arrivato proprio senza niente, chi ha camminato per giornate nelle montagne, alcuni sono arrivati con le mani o i piedi congelati ed altri, i cui familiari sono stati rimandati indietro. C’è fra questi una sposina della mia età circa che non si dà pace perché poveretta è stata accettata solo lei in quanto è incinta. Si chiama Edfith Greenberger, viene da Fiume, ho cercato consolarla come potevo. Fummo poi separate, ma ci ritrovammo in seguito. Quando siamo arrivate passammo tutti in fila da una strada piena di negozi con ogni ben di Dio, indumenti di vera lana, di pelle! Cioccolata vera, caffè vero! Senza volere emettevo gridolini di gioia. Un signore mi guardava e comprendendo i miei desideri, mi offrì della cioccolata. Figuriamoci se l’avrei accettata! Ma la guida ci intimò di accelerare il passo, ed Emma con un’occhiataccia mi disse che non stava bene accettare! Con mio grande rammarico, rifiutai, poco dopo quel tipo mi raggiunge correndo e mi porge un saccoccio di marroni e se n’è andato. Una signora svizzera pure ci ha fermato e chiesto chi eravamo, da dove si veniva e ci ha abbracciato, tutta compassionevole! Certo dovevo essere buffa con lo zaino a tracolla, gli scarponi, carica di valige e fagotti. Infine siamo giunti e ringrazio Dio. Ma di te Gastone potrò avere notizie? Mi contenterei tu fossi informato di dove sono ed io sapere dove sei e poter essere tranquilla sul tuo conto. Ora attendiamo venga il nostro turno di trasferimento. Per me mi adatterei anche a stare qua, c’è il calorifero, aria buona, un giardinetto attorno alla casa, il mangiare non è molto, ma possiamo prendere latte con cioccolato a volontà, ed io ne prendo ogni volta due ciotole grandi piene. Ed ora:.. incipit vita nova!
Il viaggio
Mestieri
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diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1943Data di ritorno
1945Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Lea Ottolenghi
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