Mestieri
musicista, fotografo, documentaristaLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
Afghanistan, India, AustraliaData di partenza
1967Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nel 1970 Raffaele Favero interrompe per un breve periodo la sua permanenza in Asia. Torna a Milano dalla famiglia, ma è un soggiorno breve: dopo qualche mese è di nuovo a Kabul, in Afghanistan
Kabul, 2 aprile 1970
Cari genitori e cara sorella Patrizia,
il viaggio da Milano a Kabul (fatto in 16 giorni) è andato meravigliosamente bene: quasi da non credere, ma non abbiamo forato neanche una volta e l’auto non ci ha mai lasciato fermi una sola notte; a parte un pomeriggio prima di Bojnurd nel pezzo iraniano veramente buco-sassoso-sconnesso-fangoso-nevoso-pioggia-freddo allorquando nell’attraversare un fiume largo cinquanta metri e profondo 50/80 cm, un po’ d’acqua ci bagna le candele ed op! fermi a due metri dalla riva opposta. Scendi nell’acqua al ginocchio, spingi fuori il carro, asciuga con degli stracci le candele e roar! di nuovo in marcia fino al prossimo fiume.
La macchina ora, dopo un paio di piccole riparazioni, è come nuova e talmente lustra che gli afghani mi offrono 700/800 $ per averla.
Noi invece la teniamo e fra un paio di giorni di riposo, qui al Nur Hotel (Albergo della Luce) andremo a Peshawar e Zarki Nasrati, poi magari a Lahore per altri affari (vendere la macchina, Università agricoltura, ecc….) ecc. ecc.
KABUL, 8 maggio
Cari genitori
dopo aver scorazzato in lungo e in largo per le piane pakistane come autista di taxi, mi sono rotto proprio le scatole di motori, anche perché ho subito un paio di incidentini causati dal traffico caotico di quaggiù: risciò, biciclette, carri, carretti, buoi, bufali e camion solo con fari abbaglianti.
Domani venderò l’auto ad un medico di Kabul per 500 $ dopodiché tornerò a Zarki ad affittare una carovana di cammelli con la quale trasporterò il materiale da costruzione sulla collina scelta per il castello.ù
Luglio 1970
Lahore, 12 giugno, giorno di sole
gradi 48/50 ° all’ombra.
Caro papà
il mio soggiorno pakistano in questi ultimi giorni è diventato piuttosto duro e difficoltoso a causa del gran causa dovuto al periodo premonsionano e ad alcuni voltafaccia della fortuna.
Ma vi stavo dicendo del mio viaggio a Karachi. Attraversai parecchi deserti: il radiatore bolle, ho tanta sete, l’auto si arena nella sabbia fine come il talco.
Con l’aiuto di Dio e di alcuni pakistani riparto; si attraversa un altro deserto: non c’è strada, bisogna andare a naso e seguire i segni degli altri camion, dopo un po’, di notte, incontro un autobus governativo, un camion completamente affondato nella sabbia – è un punto particolarmente difficile. Un trattore riesce a fatica a passare, gli autisti dicono che non ce la farò, ma una FIAT 1800 è la meglio di tutti e con la mia abilità ed esperienza di jeeppista del deserto riesco a passare senza arenarsi (bum! grazie ad Allah). Pieni di polvere io e Billawar arriviamo a Karachi ed apprendiamo dalla banca che quell’americano è un gangster ricercato dall’Interpol ed ha già imbrogliato una trentina di persone, spacciando assegni in bianco. Okay. Ho perso 300 $.. Come farò? Circa gli affari di Karachi nessuno si fida poiché la situazione politica pakistana è calda per l’avvicinarsi delle nuove elezioni.
Karachi quindi niente di fatto: niente commerci di acciai né di serramenti ecc.. Si torna indietro per l’altra strada, quella che conduce a Lahore. Si attraversano altri deserti, si rompe una balestra, la si aggiusta, si spacca il longarone d’acciaio che sostiene gli ammortizzatori pneumatici posteriori, lo saldiamo, un’altra cunetta e si rompe di nuovo! Si salda e si riparte. Poi un camion prepotente m’abbaglia e mi sfrisa tutta la fiancata destra (qui c’è la guida a sinistra) e scappa -dovete sapere che io m’ero fermato per lasciargli libero il passaggio ma gli autisti pakistani del sud non sono molto rispettosi delle regole del traffico.
Ora sono a Lahore con l’auto semi-distrutta. E’ sempre più difficile venderla: andrò a Rawalpindi e tenterò qualche lavoro in una Impresa Italiana che costruisce una diga (Tarbela).
Come vedete i miei programmi si sono un po’ distorti: fortunatamente la saluta è abbastanza buona a parte un esaurimento dovuto al caldo ed al troppo guidare, ma un’iniezione di glucosio mi ha rimesso in sesto. Cosa d’altro devo dirvi? Di pregare Dio Onnipotente che mi aiuti come io prego per la vostra felicità.
Kabul, 6 novembre SABATO 1971
Cara Patrizia,
scusami per un così prolungato ritardo di notizie, ma come sai quando si viaggia in gruppo di tempo privato ce n’è poco.
Mi sono fermato più di un mese a Teheran per degli affari che ora mi frutteranno un po’ di soldi per andare avanti.
Qui a Kabul abbiamo affittato una casa e contiamo di fermarci un po’ di mesi lavorando. Dipingiamo vetri (infatti a Teheran abbiamo dipinto, stile piombo, tutte le vetrate d’un hotel e ci siamo guadagnati da vivere) di case di gente ricca, faremo mostre, etc. Intanto la settimana prossima andrò in spedizione nel NURISTAN e nel KAFIRISTAN in jeep, a piedi, a cavallo, a scattare delle foto ed incidere nastri. Qui si sta bene come al solito anche se il tempo comincia a raffreddarsi.
Kabul, sabato quattro dicembre 1971
Caro papà e family
appena tornato dal Nuristan con gli occhi pieni di luce (Nuristan paese della luce) e trovata tua gentile lettera al Poste Restante.
Risposta: qui tutto va a gonfie vele, ho una casa a Kabul e lavoro come fotografo-architetto-musicista, suono i tamburi di sera nei vari cabaret, cambio l’arredamento di boutique, compro oggetti antichi in giro per l’Afghanistan, fotografo gente stupenda in montagna come il Nuristan.
Ho cavalcato (a volta a piedi come gli ultimi 40 km) 15 giorni in alta montagna -4000 m, neve, 4500 m ghiaccio- , 250 foto scattate inshallah stupende!
Ho studiato antropologia, etnografia, archeologia, presi contatti con museo di Copenhagen.
Ricerche architettoniche e antiquariato. Progetto di scrivere un altro libro.
In programma andare in Pakistan entro un mese e tornare a Kabul entro due mesi.
Il viaggio
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Afghanistan, India, AustraliaData di partenza
1967Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Raffaele Favero
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