Mestieri
macchinistaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1996Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Accolti dall’organizzazione dell’Agenzia Spaziale Italiana, ospiti del cugino Mario che ne fa parte, Andrea e i figli visitano il Kennedy Space Center dove all’indomani assisteranno al lancio di uno shuttle nello spazio.
Finito il pasto, prendiamo la macchina per andare all’Hotel Hilton, dove c’è il quartier generale dell’ASI e qui dobbiamo registrare le nostre presenze per partecipare a tutte le iniziative previste per questi giorni. Qui troviamo la Sig.ra Ercoli e la Sig.ra Rosini che funge da addetta alle pubbliche relazioni, ed il massimo responsabile dell’ASI in terra americana, il prof. Carlo Bonifazi, che ci accoglie vestito con una maglietta verde a strisce, pantaloncini corte e ciabatte da mare. All’arrivo di Mario è tutto uno scappellarsi e lui non manca di presentarci a destra e a manca. Simone ed Enrico non battono ciglio e seguono tutti gli avvenimenti passo per passo, senza mostrare segni di insofferenza. La meta successiva è una visita guidata da Mario al Kennedy Space Center dove andiamo in auto, perché è assai distante da Cocoa Beach. La notte ha portato consiglio a Mario, perché finalmente riesce e mettere le frecce, senza azionare contemporaneamente i tergicristalli e abbassare per sbaglio i finestrini. Il viaggio dura tre quarti d’ora e si rivela comunque ugualmente pieno di insidie e dunque ben più pericoloso del lungo viaggio aereo. Addirittura, nel bel mezzo di un rettilineo, ho paura di andare fuoristrada: meno male che gli spazi di salvamento laterali sono ampi. Mi viene spontaneo pensare a quanti incidenti stradali Mario abbia partecipato come protagonista principale; di fatto, è stimato come grande scienziato, e l’ho visto all’Hilton, ma in auto è un pericolo ambulante e per me è un mistero della fede su come riesca ad arrivare sano e salvo a destinazione. E’ poi curioso il fatto che impreca spesso contro gli altri automobilisti (“maledetti!”) che guidano con una certa prudenza, ma sembra essere ben vigile il Dio dei macchinisti e il viaggio procede senza intoppi. Passiamo davanti alla City Hall di Cape Canaveral, che sarebbe poi il nostro municipio: è una piccola costruzione nel cui giardino troneggia un immancabile Shuttle. Tale motivo ricorre molto spesso in parecchie insegne luminose dei locali pubblici. L’ambiente circostante è desolatamente piatto, qua e là spuntano degli agglomerati in cui noto negozi che vendono ogni cosa. Mi colpisce lo spettacolo delle piantagioni di aranci che si estendono per chilometri: hanno degli insospettabili custodi, che sono gli alligatori e i serpenti a sonagli. Infatti, ogni tanto, compare un cartello giallo che mette in guardia dal pericolo di incontri indesiderati con queste bestiole. E’ davvero strano notare il contrasto tra la natura, per un verso incontaminata, ed il luogo dove più di ogni altro punto sulla Terra si è raggiunto l’apice della tecnologia. Ma, a dire il vero, la grande autostrada che conduce al Kennedy Space Center, pare integrarsi alla perfezione con il mondo selvaggio che la circonda. Questo aspetto mi dà certo meno fastidio degli incredibili negozi che ho visto lungo la North Atlantic Avenue di Cocoa Beach.
Ogni tanto volteggiano sulla nostra Oldsmobile bianca bellissimi uccelli, mi sembrano trampolieri assai simili ai nostri aironi cenerini, ma Mario è stranamente disinformato in zoologia e così non possiamo appagare la nostra curiosità. Non manca, invece, di segnalarci la fabbrica nella quale costruiscono gli Shuttle ed il centro congressi dove avvenne la presentazione dei suoi primi satelliti, gli OV4. Ci indica anche la direzione in cui si trovava la rampa di lancio delle missioni dei SEDS. A proposito degli OV4, Mario ricorda come 30 anni fa nessuno credesse alla fattibilità di quegli esperimenti, che portarono allo studio della famosa “galleria del sussurro”, neppure gli scienziati più accreditati del momento. Ci rivela che il suo maggiore assistente fosse un ingegnere di colore, ma quest’uomo, all’epoca, aveva grossi problemi a circolare liberamente in Florida, dove erano ancora forti i sentimenti razzisti. Mentre Mario alloggiava in un albergo della città, quest’ingegnere era costretto a stare all’interno della base militare, perché la sua presenza non era gradita in giro. Il successo della missione degli OV4 fu invece così grande e inaspettato da portare a Mario tale credito da essere chiamato a partecipare alle missioni Apollo-Soyuz e a Viking 2 da parte della NASA. Il Kennedy Space Center for Visitors ci appare improvvisamente sulla nostra sinistra, quando si riesce a scorgere l’imponente figura di due booster puntati verso il cielo. Accanto a loro, è parcheggiato uno shuttle, tutto ovviamente in copia, ma in grandezza naturale. Si tratta di una grande area dove l’americano medio, appassionato delle imprese spaziali, ha la possibilità di fare una full immersion nel mondo che ama. Parcheggiamo la nostra Oldsmobile in un immenso parcheggio diviso in vari settori, ognuno dei quali è contraddistinto dal nome di uno degli Shuttle, che può arrivare ad ospitare migliaia di automobili ed autobus. L’ ingresso al Centro è completamente gratuito, benché esistano due tour guidati da effettuare a bordo di autobus, ma noi abbiamo una guida veramente eccezionale e non ne abbiamo bisogno. Invece sono a pagamento le proiezioni di due filmati sull’attività spaziale che forse noi avremo l’opportunità di seguire domani, partecipando alle attività previste per la delegazione dell’ASI.
All’estero del Kennedy Visitors Center sono state sistemate le riproduzioni in grandezza naturale dei principali razzi vettori degli Stati Uniti che hanno scritto la storia dello spazio e sembrano davvero i campanili di tante chiese. Il Saturno V, che è il razzo vettore di tutto il programma Apollo che ha portato il primo uomo sulla Luna, è così gigantesco che hanno dovuto esporlo in posizione orizzontale, per essere sicuri di non creare situazioni pericolose che si sarebbero potute verificare se stato collocato in posizione verticale, privo delle strutture di una rampa di lancio. Una foto e via verso 1 esplorazione dei vari stand. Vediamo subito il teatro Imax dove domani avverrà la presentazione ufficiale della missione di TSS1 R. In questo padiglione vengono proiettati su uno schermo gigantesco tre diversi documentari, ma non entriamo per evitare a Mario un eccessivo affaticamento. Andiamo a vedere invece lo shuttle e là bisogna fare un po’ di coda, perché è una delle attrazioni più interessanti. Prima si entra nella cargo bay e poi si passa alla cabina di pilotaggio. Questa risulta essere assai spettacolare per la presenza di centinaia di display illuminati che simulano la configurazione durante il volo; è il punto di maggiore assembramento di gente che vuol fare una foto ricordo. Mario non affronta lo sforzo della fila, ma gli piace lo stesso che gli raccontiamo per filo e per segno tutto quello che abbiamo visto. Accanto a questa interessante copia dello shuttle Explorer, notiamo il monumento agli astronauti morti in missione o comunque periti durante la loro attività spaziale.
Il viaggio
Mestieri
macchinistaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1996Periodo storico
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