Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CambogiaData di partenza
2003Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Una pagina dolorosa e recente della storia cambogiana si affaccia nel corso delle lezioni di inglese che Claudia tiene a Tatoich, un piccolo paese dello stato indocinese, al cospetto di un ristretto numero di ragazzi. Si parla dei Khmer rossi, seguaci del partito comunista cambogiano, responsabili di genocidio alla fine degli anni ’70.
14/08/03 Nessun risveglio stamattina, poiché mai mi sono addormentata. Non so se per il frastuono delle rane che di notte si sono esibite in assordanti concerti. Non so se per il volto di Pheap che mi guarda mentre mangio ripresentatosi a me, insistente, ogni qual volta abbia chiuso gli occhi. Non so se per effetto di uno strano malessere scatenato dall’ingestione imprudente di una vongola cruda durante la cena di ieri. Non so. Ma la miscela di tutte queste esperienze ha messo il mio fisico come la mia mente in uno stato di implacabile agitazione. Una veglia imperturbabile e lunga una notte. Con minor energia ma immutata motivazione mi sono dedicata anche oggi alla lezione di inglese con i grandi. Abbiamo parlato della Cambogia e stimolati a formulare frasi sui vari aspetti del loro paese, uno solo tra loro, Mao, riesce a dirmi qualcosa sui Khmer rossi e il loro regime. Mi parla, con una certa diligenze, di famiglie divise, di espulsioni dalla città, di torture e sofferenze, dell’abolizione della moneta, della persecuzione degli intellettuali, degli insegnanti e di tutti coloro che portavano un paio di occhiali. Mentre gli altri ascoltano senza intervenire sull’argomento, quasi non li riguardasse, Mao descrive la crudeltà di un regime che ha cancellato qualsiasi traccia di cultura e umanità, senza lasciar capire se questa storia abbia anche lui tra le sue vittime. Nel pomeriggio affianco Cristina nell’incontro con le insegnanti degli asili, gli insegnanti di inglese e quanti coinvolti a vario titolo nel progetto. L’affianco per quel che di linguistico può aver bisogno. Ma ogni tanto mi sento piacevolmente chiamata ad esprimere il mio parere su ciò che accade, sulle dinamiche in atto e sui possibili sviluppi della situazione. Con soddisfazione e coinvolgimento mi sforzo di farmi un’idea di ciò che accade, di ciò che significa per queste persone essere parte di un progetto che lo HLP offre sulla base di bisogni da essi stessi espressi. Del significato che per gli insegnanti può avere il loro ruolo lavorativo, il loro contribuire (o non contribuire) al raggiungimento di quella che, in più di una occasione, viene definita prosperità comune. In particolare rifletto sull’approccio centrato sulla persona e su quanto il non far sentire gli altri minacciati possa contribuire a far emergere da loro il meglio. Così in quella situazione mi interrogo sul valore che avrebbe per le insegnanti il vivere la piena responsabilità del loro impegno e di conseguenza la fiducia che questa presuppone. Segue immediatamente la classe di Shiatzu, stavolta più dedicata alla terapia che non alla traduzione, e le classi di inglese del pomeriggio. Osservare i volti dei ragazzi desiderosi di apprendere e sorridenti a fine lezione mi permette di sentirmi soddisfatta di quanto fatto.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CambogiaData di partenza
2003Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Claudia Grassi
Human life project Cambogia
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