Mestieri
ricercatriceLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1968Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Paola racconta la sua vita nella Parigi di fine anni Sessanta, una città che le offre incontri fuori dal comune con persone provenienti da tutto il mondo.
Poi, un giorno di Maggio dolce e mite, nella ‘terrasse’ del ‘Buci Bar’, divenuta con il sopraggiungere della primavera il salotto ‘en plein air’ degli artisti sempre crescenti, l’incontro con George. Fondamentale, per la mia vita. Apportatore di una dimensione nuova, alleggerita del peso di una realtà greve, pressante, e arricchita invece di un’altra realtà più sottile e aerata, feconda dí una gioia soffusa ma perenne. George, ‘the prophet’ . Tutto, in lui, rivela che egli è salito di parecchio sopra gli altri: il passo leggero, quasi distaccato da terra; il viso ascetico, immateriale; gli occhi trasparenti e come illuminati di una luce irreale. Gli occhi di George! The blind George. Come suona bene in inglese questo blind George altrettanto suona male nella nostra lingua George il cieco. In realtà, comunque, si stenta a credere che George non veda, perché egli si muove con estrema agilità e viaggia, solo, sino all’India, e sino al più lontano Nepal. Batte a macchina speditamente, perché è questo che fa, George; scrive, in un inglese splendido: limpido e cristallino, gioioso e leggiadro, proprio come lui. Felice di tutto, anche senza poter vedere, del mondo, che leggere e sfuocate sfumature. Ma egli sente, ed é probabilmente molto di più. Sente la pienezza della vita, e la trasmette ed insegna a chi gli é vicino. E’ partecipe di un mondo aperto ad una lietezza ormai penetrata e costante che riesce a diffondere intorno a sé e che esprime in quel suo sorriso estatico, beato. Una volta l’anno torna in California, sua terra natia. Più tardi, quando conobbi molti di questi esseri speciali, capii che non poteva essere che americano di California, il mio George. Discendenti della generazione dei pionieri, ne conservano tutta LA FORZA E LA SPREGIUDICATEZZA; ACCOMPAGNATA DA UN FONDO DOLCE E romantico. Con George, venne il tempo magico della ‘Barca’, ancorata proprio lì, sulla Senna, sotto il Pont des Arts, di fronte al Louvre. Era quella la casa si George, a quell’epoca. Sulla barca si radunavano le persone più interessanti da conoscere , provenienti da ogni parte del mondo. E tutti venivano a far visita a LUI, la cui fama era senza esagerare mondiale. Ogni sera c’era festa, sulla barca. E, di giorno, ci si stendeva al sole, sul ponte, ad ascoltare musica. I primi dischi di Ravi Shankar e John Baetz. Le prime sigarette alla marijuana. Certo, aver incontrato esseri come George, e dopo di lui, Diana e Richard, Ivo, Sheila, Brahmananda, equivale ad aver conosciuto la gioia inattesa e sublime di una comunicazione astrale, completa e immediata. Ma vuol anche dire, dopo, sentire costantemente la mancanza di qualcuno come loro accanto a te, il bisogno di perpetuare quella vita quelle emozioni e quegli slanci che soltanto loro ti hanno dato insieme a tanta luce, lasciandoti qualcosa che ti è penetrato nel sangue come una nuova e più ricca energia vitale.
Il viaggio
Mestieri
ricercatriceLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1968Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Paola Scoto
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Ad ogni mio ritorno c'era sempre stato però, nello stesso quartiere, qualcosa di cambiato, qualche novità,...
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