Mestieri
sacerdoteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CamerunData di partenza
1980Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Angelo Daddio, sacerdote appartenente all’ordine degli Oblati di Maria, si ambienta subito bene al suo arrivo in Africa.
Fonjumentaw,
23/11/80
Carissimi Mario e Caterina, approfittando di un po’ di tempo libero che ancora mi resta, vi do qualche mia notizia. In futuro, e cioè da domani, non so come si metteranno le cose, e allora è meglio approfittarne. Probabilmente questa lettera vi giungerà dall’Italia, perché si approfitta sempre della partenza di qualcuno per spedire le lettere e risparmiare tempo e denaro. Può anche darsi che troverete qui dentro una lettera per Giovanni e Magda, oltre che poterla leggere avrete la bontà di consegnarla. È un altro piccolo risparmio, questa volta di peso e di soldi. Questa mattina (domenica) ho celebrato la prima messa, o meglio concelebrato, con la gente qui del posto. In questi giorni, come probabilmente sarà nel futuro, ho dovuto ripescare quelle quattro parole di inglese che conoscevo. È stata la mia prima occupazione, E dire che a soli pochi chilometri si parla il francese. La chiesetta, finita qualche mese fa, era piena di gente. Mi dicono che mancavano ancora parecchi. Ci sono già un po’ di cristiani. Gli ultimi 25 sono stati battezzati da P. Luigi il 15 agosto. Ora c’è un gruppetto in chiesa che sta già preparando i canti per il Natale. Ho avuto pochissimi contatti con la gente. Qualcuno, che aveva saputo del mio arrivo è venuto a salutarmi esplicitamente. Non è mancato chi si è fatto presente portando della frutta. Qualche giorno fa, quando siamo tornati dalla visita al capo del villaggio abbiamo trovato appeso ad una trave un casco di banane. Era stato portato senza neppure avvisare. Sono ancora lì a maturare. Nella casa dove siamo, si può dire, che si può vivere comodamente. Manca un campanello elettrico, ma c’è Pluto (un cane) che si mette ad abbaiare appena si avvicina qualcuno… è più sicuro di un campanello, perché non gli manca mai la corrente. Entrati in casa, si trova un po’ di tutto. Mancano telefono e televisione, ma sia ringraziato Dio! Un gruppo elettrogeno ci assicura la luce quando vogliamo noi. Non manca l’acqua calda alla doccia. Insomma tutto da poter vivere secondo le nostre esigenze. Per ricordarci che siamo in Africa, c’è però tanto terreno attorno, una stalla con vacche e capre in giro, idem per le galline. In questi giorni abbiamo fatto fuori due bei pollastri. C’è una piantagione di caffè, ma ha appena un anno; ce ne vorranno altri due perché porti frutto. La salute va bene. Come potrebbe andar male quando si fa poco o niente? Il tempo ora dovrebbe mettersi definitivamente al bello. Oggi è la prima vera e propria giornata di sole. Una splendida luna però illumina le nostre sere: si può leggere alla sua luce. Così alla sera prima di andare a dormire faccio la mia preghiera alla luce della luna. Uno dei vantaggi della mia presenza qui è proprio quello di poter pregare un po’ nella calma e nella serenità. Finora non ho incontrato nessun animale degno di nota, eccetto qualche bellissimo uccello. Mi dispiace per Mario, ma il progetto di mettere su una pelletteria da queste parti è proprio inutile. Questo pomeriggio, perché se non ve ne siete accorti ora è fine mattinata, andremo a Fontem, il centro del Movimento dei Focolari. È la prima volta per me; da quando sono arrivato non mi sono mosso dalla casa sopra descritta. A proposito di Focolarini, può darsi che prima o poi vi dica qualche cosa sulle vostre ultime esperienze, abbastanza, per non dire del tutto, negative. Ma se non dirò nulla fa lo stesso. In fondo l’unica cosa che conta è dare un senso a questa nostra ‘povera vita’ che va scappando, non importa dove, non importa come. Ma ritrovarsi a mani vuote è quanto di più triste possa capitare. I salmi dicono che l’uomo è come un soffio: se vogliamo riempire la nostra vita con noi stessi, alla fine ci ritroviamo con una “sciusciata” in mano. Ora che la predica è finita, vi saluto. Non so se vi scriverò più, ma abbiate per buona questa lettera. E vogliatemi ancora un po’ di bene, magari dicendo un’Ave Maria al giorno per una mia intenzione (ve la dirò quando ritorno). Ora vi lascio, perché andiamo a tentare di fare una pizza, visto che siamo rimasti senza pane. II Signore sia con voi.
Il viaggio
Mestieri
sacerdoteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
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1980Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Angelo Daddio
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