Mestieri
imbianchino, sindacalista, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1900Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Temi
politicaTemi
politicaTra i molti personaggi incontrati da Luigi Fonti durante la lunga militanza socialista in Ticino è Angelica Balabanoff.
Sono fra i primi a conoscere questa donna singolare, attiva, studiosa.
Ella veniva sovente a casa mia, perché amica mia e di mia moglie. Fummo assieme diverse volte nel Comitato sezionale e nella Commissione Esecutiva del Partito Socialista Italiano in Isvizzera.
Ella non chiamava mai nessuno per nome, tutti: compagno o compagna.
La sua vita consisteva nella propaganda orale e scritta, di conferenze ne tenne un’infinità; una volta sul palcoscenico di Lugano, accaloratasi più del solito, la treccia dei suoi capelli nerissimi ed abbondanti si sciolse, cosa che le capitava di sovente, ed ella col suo muso nero ed immusonito, come chi abbia sempre da dire da osservare o fare notare qualche cosa, sorrise di compiacenza.
Teneva a Paradiso una camera accanto a quella di Maria Giudice; ma in sostanza non aveva domicilio fisso, era una specie di divinità pagana, in cielo e in ogni luogo.
Si era recata per propaganda nel mendrisiotto, ma giunta che fu a Stabio, vi furono diversi Capponi che misero mano alle campane e la obbligarono a darsela a gambe inseguita per la campagna da quegli energumeni. Alla stazione di Mendrisio si sentì sicura.
Quando a Lugano si venne a conoscenza dell’incidente, subito la Camera del Lavoro, allora alla segreteria stava Benetti, promosse un movimento dimostrativo per affermare il diritto alla propaganda delle nostre idealità, al quale aderirono le organizzazioni di tutto il Cantone. Si volle manifestare nel contempo la solidarietà con la compagna Balabanoff.
Il governo del Cantone voleva impedire la dimostrazione per evitare disordini; ma i lavoratori la pensavano diversamente per cui la dimostrazione ebbe luogo la domenica successiva. Alla stazione di Mendrisio eravamo almeno cinquemila, una selva di bandiere rosse e una pattuglia di gendarmi armati. Ci ordinammo per quattro, gendarmi in testa, e si marcia a bandiere spiegate verso Stabio. Angelica Balabanoff in camicetta rosso scarlatto e un mazzo di garofani al fianco era circondata, quali damigelle d’onore, da alcune compagne. Si attraversa Ligornetto senza incidenti e finalmente si arriva a Stabio; la Vandea era in moto dalle finestre al campanile con latte di petrolio ed altri arnesi rumorosi; ma qualche cazzotto ben tirato servì ad ammutolire ogni insolente capitatoci tra i piedi. Sulla piazza dove si tenne il comizio era ad attenerci la signorina maestra Alice Gobbi, anch’essa in camicetta rossa, che presto sarebbe divenuta la moglie del compagno Luigi Gobbi, un pioniere del socialismo ticinese.
Il comizio non venne disturbato, le campane si tacquero e il discorso della Balabanoff affascinò tutti; qualcuno del paese si avvicinò prima timidamente, poi con fiducia. L’attività della Balabanoff fu straordinaria in quel tempo; scriveva aiutata da Maria Giudice il settimanale “Su compagne” da essa stessa fondato; e quando ne vedo la raccolta rivedo un passato di ardente giovinezza e di passione.
Il viaggio
Mestieri
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