Mestieri
musicista, fotografo, documentaristaLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
Afghanistan, India, AustraliaData di partenza
1967Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Dopo un lungo peregrinare per l’Asia, Raffaele Favero nel 1969 si stabilisce in Pakistan e progetta il proprio futuro.
LAHORE, 12 gennaio 1969
Caro papà,
Nella tua ultima lettera esponi dubbi sulla realizzazione dei miei piani, causa la morte di Sainbaba: tutt’altro! La morte di Sayedmir non è altro che un incitamento ad andare avanti a compiere con rinnovato vigore la sua missione, a realizzare i suoi desideri di comunità-lavoro e pace sotto la protezione di Nostro Signore. Quando Baba lasciò questo mondo per l’Eterna Pace mi diede il compito preciso di installare qui in Est la Nuova Comunità, e mi promise che la sua anima sempre ci sarà vicina per aiutarci nel sacrificio della realizzazione.
Mi trovo qui in Lahore (bella città di sapore musulmano ma immersa in un ambiente scenografico indiano: moschee dell’epoca dei grandi Mogols, i Gran Khan, i conquistatori dell’India) in compagnia d’un ragazzo inglese di nome John e di un ragazzo pakistano di nome Billawar Khan (mio fratello in senso spirituale, essendo anche lui discepolo di Sainbaba).
Il progetto è di erigere una fattoria sostenuta da una comunità rurale composta per cominciare da noi tre ed alcuni amici pakistani (parenti di Billawar).
Che te ne pare papà? Vorrei proprio sapere il tuo personale giudizio su quest’idea di fondare la fattoria ed i lavori d’agricoltura, vivere in un piccolo villaggio e non in una grande città, muoversi a cavallo ed in carretto e non su automobili eiettanti gas velenosi, lavorare e gioire la natura in santa pace. Anche tu papà vieni da un piccolo villaggio e sicuramente non ti sei dimenticato l’interiore tranquillità della gente di campagna, della gente che respira con il ritmo della natura, calare e sorgere del sole stagione dopo stagione crescendo insieme ai cambiamenti del frumento e dei frutti. Vita sana dei nonni! Gli hippies che tornano alla vita dei nonni? La gente dice: è chiaro, questa è l’era dei grandi cambiamenti, giovani che lasciano casa e studi e gli agi d’una vita confortevole e rispettata alla ricerca dei nonni realizzati in altrettanti barbuti baba – i santoni d’oriente, i vecchio saggi che danno la parola illuminata ai giovani sbandati da una società che non ha saputo offrire loro niente più che comfort tecnologico e possibilità di posizione sociale (a mero livello economico). Qui ti do risposta alle tue domande sugli hippies. Non credere alla propaganda americana contro i liberi menestrelli e barbuti pellegrini. Ci sono contro perché temono la rivoluzione e non voglio perdere il cadreghino. E’ chiaro che molti degli hippies non sono altro che sbandati (dice una storia che S. Francesco da molti era considerato solo un accattone) e visti dal punto di vista individuale, dico uno per uno, hanno tutti i loro piccoli difetti per tirare avanti: come fumare hashish per esempio di in Tibet è praticato come fatto religioso, ma visti da un punto prospettico che lasci aperta una veduta generale, il fenomeno dell’hippie è la naturale reazione alla degenerazione dell’attuale umanità occidentale tecnico-progredita. Ti sia simbolica la mia foto su quella rivista (l’apprendere questa notizia ha stupito anche me) in cui un hippie è nelle mani d’un grande Maestro e predicatore di Pace, Fratellanza ed Amore anche se io personalmente sia orientato più ad ascoltare le parole di Maometto che i digiuni di Buddha.
In quanto al mio ritorno in Italia, Inshallah! spero avvenga il più presto possibile appena i lavori saranno tali da crescere da soli senza necessità di presenza, il che, secondo i nostri calcoli avverrà in marzo aprile. Anche quel viaggio sarà una breve permanenza in Europa (affari sempre concernenti la comunità agricola) ed un felice soggiorno in famiglia.
Penso che questa mia affermazione sciolga i tuoi dubbi sul più o meno pagamento delle tasse universitarie. No, non avrò la laurea in architettura, ma se Dio vorrò avrò la mia propria casa con il giardino, la terra e un sacco di conoscenza pratica acquisita attraverso vera esperienza di vita e non tramite libri e carta stampata. Spero che alla mamma non venga un collasso cardiaco se invece d’un mediocre architetto avrà un figlio agricoltore musulmano !!.. In ogni caso le questioni religiose le scioglieremo oralmente nella quieta atmosfera famigliare di casa Favero.
Il viaggio
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Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Raffaele Favero
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