Mestieri
sacerdoteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
MadagascarData di partenza
1969Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Tra i successi ottenuti da Angelo Buccarello in tanti anni di missione in Madagascar, come sacerdote, anche quello di aver contribuito a fa ottenere una grazie ai carcerati, costretti a vivere in condizioni disumane, in occasione dell’anno giubilare del 2000.
Alla fine dell’84-85, morivano in carcere quasi 10 persone al giorno, a causa della denutrizione e della sporcizia. Era terribile. Una suora poi venne ad aiutarci nell’infermeria, organizzammo la scuola all’interno, una biblioteca. Poi abbiamo aperto noi, nella nostra missione di Tanà, un centro di accoglienza per quelli che uscivano -TONGA SOA (benevenuto) -perché ci rendemmo conto che quando lasciavano il carcere erano deperiti, sporchi, e non avevano nulla da mettersi addosso, né un soldo per ritornare al loro villaggio. Tra l’87 e l’88 aprimmo questa casa per aiutarli nel reinserimento. Potevano fermarsi alcuni giorni, fino a 3 mesi, per curarsi, riprendere le forze prima di rientrare in famiglia. Insomma, l’attività è diventata sempre più vasta, con molte difficoltà a volte, ma il Signore era con noi, e abbiamo avuto degli avvenimenti da miracolo con i quali Lui ci diceva di andare avanti. Abbiamo anche realizzato una piccola fabbrica di carbone prodotto dai rifiuti. E poi abbiamo iniziato un’attività per sostenere le famiglie dei carcerati, i loro figli. Avevamo aperto 5 centri per i loro bambini, che erano in condizioni miserrime. Avevamo preso la decisione di lavorare in silenzio e discrezione, senza gridare allo scandalo, né fare denunce, altrimenti ci sarebbe stato impedito di continuare il nostro lavoro e quindi di agire ed essere una speranza per i detenuti. Nel 1996 comunque, in occasione del 2° Incontro Nazionale dei Cappellani delle carceri, organizzammo una mostra sui problemi e realtà delle prigioni malgasce, esponendo anche delle fotografie, sempre con l’obiettivo di una umanizzazione delle loro condizioni. Fu uno shock molto forte per i visitatori anche perché le fotografie parlavano chiaro. Per il 2000 lanciai l’idea di un anno di perdono giubilare anche per i carcerati. Prima ci fu una reazione negativa. Poi invece trovai parecchi assensi e costituimmo una piccola commissione chiamata “Rève 2000” per trovare tutti i motivi positivi per una domanda di grazia speciale. Speravamo che l’anno giubilare, in quanto momento di festa e di perdono, potesse dare anche ai detenuti la possibilità di un ritorno a casa, e di ricominciare una nuova vita. Preparammo un documento nel quale si spiegava come la clemenza poteva essere molto più istruttiva che non la punizione. Lo presentammo ai vescovi, i quali lo diffusero come un appello al popolo malgascio e al governo, per liberare durante il 2000, Anno della Riconciliazione, almeno una larga parte dei detenuti per reati minori, spesso rinchiusi da molto tempo, e senza giudizio. Grazie a questa campagna, 3000 carcerati sono stati liberati! Per quanto ne so, il Madagascar è stato l’unico paese al mondo che ha concesso una grazia ai carcerati, per l’occasione dell’anno giubilare. È stato un successo meraviglioso!
Il viaggio
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