Mestieri
saldatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
AustraliaData di partenza
1962Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Il sedicenne Antonio Sbirziola medita sull’idea di emigrare a Genova in cerca di lavoro. Ad accoglierlo troverebbe lo zio Nunzio, maresciallo dell’esercito in servizio nel capoluogo ligure.
Oggi o ricevuto la lettera di zio Nunzio da Genova, dai quali dice che non ce tanto lavoro, pero se vuoi antare senza garenzia di un lavoro. Penzaci prima di partire. Una volta che parti, deve prentere le consegueze che ti vanno ingontro. Penzaci. Mamma mi da la lettera, e come vado a dormire la metto sotto il mio cuscino. Allintomane me la leggo nellora di mangiare. I conpagni di lavoro mi scherzano che leggo la lettera. Durante il giorno ci penzo per il passo, che devo fare per il mio avvenire.
Come ritorno accasa Mamma aspetta la risposta, di me che lei le deve rispontere. Dopo mangiato vado a trovare a zio Rocco per consigliarmi, cosa devo fare. Non o convidenza in me, busso la porta, lui apre la porta. E mi dice, Antonio entra. Mi ritorni il libro? Le risponto, sono venuto per un consiglio, se puo. Io o ricevuto la lettera di Zio Nunzio. Lui mi interrompe, e dice siediti che ne parliamo, dopo. La moglie mi offre un bicchiere di vino le dico no grazie non bevo vino, solo un bicchiere di acqua solo. Mi chiede, tuo Padre come sta e tua Mamma? Le risponto stanno abastanza bene. Siamo seduti e che parliamo a tavola, loro appena che hanno finito da mangiare. Io le do la lettera, e lui la legge con allagria, mi guarda in faccia.
Antonio tu sei un ragazzo fortunato, di come ho capito lui ti guida a cercarti un lavoro. Ai coragio, che se dovrebbe antare male, ritorni a Butera, qua troverai a tuo Papa e Mamma. E non puoi sbagliare. La moglie risponte e mi dice figlio mio, alla tua eta ti vuoi avventurarti, a te ti puzza la bocca di latte e vuoi antartene, a lavorare in una Citta. E meglio che te ne stai con tua madre che la meglio cosa per te. Le risponto, zia Carmela, ancora non so cosa devo fare, mi trovo intificolta per il momento. Zio Rocco mi da dei conzigli, con lingoragiamento. Dopo che abiamo parlato per lungo tenpo, lo ringrazio, anche la moglie, e me ne vado. Io continuo a lavorare a raccogliere pisella con differente patrone. I soldi le porto a Mamma.
Papa si sente male gli occhi le fanno male, non ce la fa di lavorare. A paura che le puo succedere qualche cosa di male della salute. Si mette a lavorare con i miei fratelli, allavorare nella terra. Papa porta gli occhiale di sole, le fanno male gli occhi. Non va mai in un dottore a farsi visitare. Essento che Papa lavora con i miei fratelli, ritorno anche io a lavorare con loro. Siamo nel’mese di Maggio, dopo che ci o penzato tanto di antare allavorare a Genova, le dico a Mamma, che scrive a suo fratello che vado da lui a Genova.
Mamma si mette a brontolare, per la mia decisione che o fatto.
Lavoranto a tirare lerba in mezzo il grano le mano diventano neri, neanche con la varechina se ne va il nero del’erba.
Mamma riceve la lettera di zio Nunzio che spiega che posso antare. Mamma mi da la lettera, io la leggio la lettera. Finito da leggerla divento come uno stupito, di come il mio cervello si e fermato. Non so fare la decisione. Alltinomane vado allavorare, parlo con’papa le chiedo consiglio a lui, di checcosa ne penza se vado a Genova? A Papa le scentono le lagrime, e mi risponte figlio mio io non o uscito da questo Paese, non so come una citta. Sono stato a Caltanissetta solo. Per me non mi trovo in questa Citta. Per me e meglio Butera, ce la poverta, pero la vita e calma. Non so cosa che ti posso consigliarti. Tu per me sei libero di farti una vita, se puoi fattela migliore. Deve farti dei sagrifici, e se tutto ti antra bene, buona fortuna.
I miei fratelli non sono che lavorano con’noi, si trovano in un altra contrata. Papa tutto il pomerigio non mi a parlato, si vede che le sodispiace che io vado a Genova per la mia eta. Come arriviamo accasa, parlano che Salvatore si fara fidanza- to, il prossimo Sabato, con la ragazza che a chiesto prima. Puci. Carmela. Noi ci conosciamo da tanto tenpo. Papa e Mamma si devono spiegarsi per lui, che le devono chiederci la mano.
Angelo Scichilone mi chiede se lavoro per lui, per finirle un lavoro. Mi da di paga £ 1.000, al’giorno. Io laccetto, con la speranza che mi da lavoro continuo. Alla mattina vado da Angelo allavorare. Il sabato tutti dobiamo essere presente per la promessa di Salvatore, io o lavorato per, 10 giorni vicino casa di Carmela. Pero per la timidezza non Allavorare nella terra lo mai salutata a lei. Veramente io mi vergogno a presentarmi. Per la prima volta, antiamo tutti, Mio fratello Giuseppe e la moglie, e le mie sorelle sposate. E per darle lonore della nostra famiglia. Noi entriamo tutti in una volta, Pero durante il cammino o sentito che parlavono Papa e Mamma, che non sono contenti di presentarsi accasa di Carmela. Non per la ragazza, solo che non abiamo niente da offrirci a lei, e alla loro famiglia. Ce la poverta in mezzo. Ho lavorato per Angelo dodice giorni, i soldi che o guadagnato le a spesi a Carmela. Le a conberato un paio di orecchini doro, che Mamma le a regalato, per dimostrare laffetto che a verso di lei. Questo non lavrebbe dovuto farlo Mamma, seccome Salvatore le a chiesto tutte le sere, Mamma e stata costretta di spentere tutti i soldi che io o guadagnato.
Io vedento tutto questo disordine accasa, ce la poverta e spregano i soldi di come noi fossimo dei milionare. Io prento di nuovo la lettera, e la leggio di nuovo, che dice.
Carissime sorella e Cognato, sono contento che godete in buona salute in famigli. Anche noi grazzie a dio. Di promertiti per tuo figlio Antonio un sicuro lavoro, non e possibile dirtelo pero se lui vorrebe venire le trovero un lavoro. Pero tuo figlio si deve preparare di tutti le difficolta che si trovano in una Citta come Genova, e che si deve conportarsi da un uomo maturo. Noi lo aspettiamo con affetto nella mia casa.
La lettera continua.
Il viaggio
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