Mestieri
sacerdoteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CamerunData di partenza
1980Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Padre Angelo Daddio racconta i giorni trascorsi nella missione in Africa utilizzando la forma peculiare delle lettere che spedisce a parenti e amici, per comporre un diario in cui annota fatti curiosi ed eventi notevoli accaduti di giorno in giorno.
Fonjumetaw 12.3.81
Carissimi Mazzeo, Roberto S., Saverio Z., Pippo, Franco e un possibile (?) Rino, ancora una volta ho potuto ammirare le vostre intenzioni. Ancora sei giorni e sarebbero stati giusti 2 mesi, perché le vostre due lettere (una individuale e l’altra gruppuscolare) arrivassero a destinazione. Mentre tutto dice che era vostra intenzione… farle arrivare in due giorni. Lasciamo le intenzioni e veniamo ad alcune amare considerazioni, visto che dovrò scrivere una lettera lunga.. almeno quanto l’attesa. 1. In un inciso vengo a sapere che in data 17.2 “ci sarà il diaconato di Raffaele C.” Non resta che fare le condoglianze… per aver saputo una notizia del genere a quasi un mese da fatto avvenuto. Non pensate sia il caso di aggiornare il sistema di aggiornamento? 2, Seconda considerazione, amara almeno quanto il cibo di cui forse vi parlerò più avanti? i vostri sorrisetti sulla mia “circonferenza fotografica” non mi hanno fatto ‘affatto’ ridere. Mi hanno fatto solo concludere che nonostante la mia possente mole, che difficilmente può passare inosservata, mi avevate del tutto dimenticato ad una settimana appena dalla mia partenza, visto considerato e sottolineato che… quelle foto sospette risalgono ad una settimana esatta dalla mia partenza da Vermicino. Se ve la siete presa per queste amare considerazioni ne sono contento. Una parolina solo al Mazzeo, che vuol sapere cosa ne penso sulla data dell’ordinazione. Ne penso che…: ma vuoi che ci formalizziamo su queste cose? Posso assicurarti, però che barba e capelli sono intonsi, e poi promessa da barbitonsore non è promessa da marinaio! Ed ora voltiamo pagina!
Ora che l’avete voltata, voglio dirvi che il ritardo della vostra lettera è dovuto esclusivamente al sistema postale italiano, perché qui abbiamo un sistema postale efficientissimo. È basato sulla scuola: le lettere si passano da scuola a scuola attraverso i ragazzi che raggiungono i diversi villaggi. Veramente l’unica organizzazione capillare del Cameroun è solo la scuola che raggiunge proprio tutti. Ma non voglio parlarvi della scuola… ne avete già troppo… Abbiamo fatto l’esperienza che non affidarsi al sistema postale scolastico qui è rischioso. Nel nostro calendario mensile, dopo una decina di giorni dedicati esclusivamente ai religiosi, avevamo in programma un’impresa apostolica che da due anni non si ripeteva, raggiungere cioè alcuni cristiani e catecumeni, diciamo non tanto vicini. Celso manda lettere che stiamo per arrivare, ma ha la malaugurata idea di affidarla al sistema postale ‘mercantile’ (cioè da mercato a mercato). Puntualmente le lettere non arrivano. Siamo però fortunati, perché alla vigilia del nostro arrivo riescono a saperlo lo stesso. Eccoci dunque a lunedì 9 marzo. Con una decisione da salmo 13 (14)… qui mi tocca aprire una parentesi: (siete scusati perché la vostra formazione biblica è ancora in formazione… ma si tratta del salmo in cui si dice che il ‘pazzo pensa nel suo cuore’), comunque con una decisione del genere partiamo all’una in punto per raggiungere la nostra meta. La grossa difficoltà non è la distanza (un tre ore e mezza di strada) ma l’ora di partenza resa tragica dal fatto che dai 1.600 metri in cui soggiorniamo probabilmente finiamo a sotto zero, non di temperatura ma sotto il livello del mare. Comunque dopo due ore e mezza di sola discesa raggiungiamo le case di un mercato… Ad un certo punto vedo venire un uomo, domando a Celso se lo conosce, e lui di rimando “Chi?”. Guardo in faccia per la prima volta Celso, dopo la discesa, e ormai sono sicuro che domani si celebreranno i suoi funerali, se non troviamo una soluzione alla nostra fame e alla nostra sete solo che… io sarò ad attenderlo con gli angeli per accoglierlo nel seno di Abramo. In momenti simili c’è veramente da ricordarsi delle frasi storiche dei nostri missionari del Polo: “Avessi ancora una patata!” o di quello che Teresina faceva per i missionari. Comunque ancora una volta siamo fortunati, perché l’uomo intravisto non era altro che il capo dei cristiani. Non vi dico la voracità con cui abbiamo fatto fuori un’acerbissima papaia (per la dentatura negra più che maturo). E con due bottiglie d’acqua in corpo riprendiamo il cammino. Finalmente per la prima volta ho l’impressione di stare in Africa. È vero che forse la foresta che attraversiamo non è del tutto vergine, ma senz’altro è ancora felicemente maritata in attesa della prima prole per sapere se i nuovi venuti accresceranno o distruggeranno l’unità della famiglia. In serata siamo in casa del chief di questo villaggio che è il primo dei Moundani. Sembra che qui i missionari (Celso e simili) siano arrivati solo due volte in passato. Tralascio d’ora in poi le nostre avventure mangerecce… finite con un volo attraverso una finestra di due uova con relativo pulcino dentro (non posso però non spiegare qui -almeno tra parentesi- l’amarezza del cibo di cui parlavo all’inizio: basta dire che il sottoscritto che normalmente mangia il doppio di Celso, nell’insieme di quest’avventura ha mangiato almeno la metà… per le non troppe lontane disavventure gastronomiche passate negli ultimi anni). Comunque sono ancora qui a raccontarvela! Il giorno dopo in mattinata c’è il “test” per alcuni catecumeni che vorrebbero essere battezzati subito mentre sono battezzati solo 5 che hanno superato il test circa due anni fa. Vi faccio grazia di un trattato di missiologia… per passare alla prossima pagina.
Nel pomeriggio si riprende la via del ritorno: due ragazzi delle scuole portano i nostri bagagli. Non ho neppure l’impressione di essere in clima coloniale, penso solo che bisognerebbe aggiungere qualcosa…al Vangelo: “Se qualcuno ti chiede di fare un miglio… Se qualcuno ha un bagaglio… portaglielo”. In serata si tiene una seduta di teologia morale! Tema: la famiglia. Problemi trattati: poligamia con tutte le implicanze sacramentali. Un esempio. C’è un cristiano (o meglio uno battezzato) che ha preso una seconda moglie. La prima moglie secondo le leggi della diocesi può ricevere la comunione. Lui vuole che sia battezzato il figlio della prima moglie, ma le leggi della diocesi dicono di no. Lui desidera che il figlio sia cristiano ‘cattolico’ altrimenti da grande può diventare chi sa che! Ma bisogna dirgli di no, perché per battezzare un bambino si richiede che padre e mamma siano a posto. È un solo esempio. Il giorno dopo concludiamo con altri due battesimi, questa volta di bambini e con un incontro per incoraggiare questi sparuti cristiani a cui il caldo rende la vita più difficile. Tutto resta in mano ai catechisti che restano quaggiù: a loro è affidata la catechizzazione (più che l’evangelizzazione) perché siamo in una civiltà ancora orale e bisogna arrangiarsi… Abbiamo ancora il tempo di vergognarci della nostra stanchezza che si ripete puntualmente al ritorno, perché veniamo a sapere che una buona metà della gente che abbiamo visitata fa come lavoro i “trasportatori”. In un solo giorno fanno il doppio del nostro viaggio, andata e ritorno con un peso di almeno 20 Kg. in testa. Mi rasserena una considerazione: vorrei vederli nel traffico di Roma o di Napoli? Napoli è proprio la parola magica che fa ricordare il proverbio: “A ogne scarafone è bello a mamma soje”‘ Ed è bello che io ora me ne vada a dormire!
Il viaggio
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Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Angelo Daddio
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