Mestieri
sarta, educatriceLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaPeriodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Nel 1915, quando l'Italia entra in guerra, il padre di Anita è rientrato in Italia per raggiungere il fronte. Le sue notizie giungono alla famiglia in Francia in modo saltuario: Anita, il fratello e la sorellina, insieme alla mamma, temono per la sua vita.
Quell’estate, mio padre ottenne una licenza. Era la prima volta che vedevo dei soldati italiani. Trovavo che mio padre avesse un aspetto più bello rispetto ai soldati francesi: portava un’uniforme verde abbastanza scura, ma era vestito con una grande cappa, e soprattutto quello che mi affascinava era il cappello, con su di lato qualche piuma, leggermente colorate. Il dritto della cappa aveva, sulla chiusura davanti, due stelle argentate. Erano sicuramente d’acciaio. Mio padre era abbastanza alto, dei sottili baffetti ornavano il suo bel viso. Ero piena d’amore per questo padre ritrovato e anche piena d’ammirazione. La mia immaginazione sempre allerta, e in più la mia ignoranza totale riguardo i gradi, facevano di mio padre semplicemente un “generale”. Annunciavo dappertutto: “Mio padre è un generale”. Questi giorni di felicità furono per me, durante la guerra, il periodo più felice, che restò profondamente radicato nella mia memoria. Fine della licenza: andammo ad accompagnare mio padre alla stazione. Eravamo, malgrado il dispiacere di vederlo ripartire, molto gioiosi; mentre da soldato, tutto si era svolto assai tragicamente. La gioia consisteva soprattutto nel fatto che nostro padre aveva affermato che, una volta tornato, non avrebbe più rimesso piede al fronte, ma avrebbe lavorato in una fabbrica vicino a Torino, che produceva armi belliche. E non parlavamo d’altro che della sua prossima licenza. Che non giunse mai. E, un triste giorno del mese di ottobre del 1918, mio padre fu ucciso in quella fabbrica in seguito ad un bombardamento. Rivedo mia madre giungere in lacrime all’orfanotrofio, ad annunciarci questa terribile notizia. Dopo che nostra madre se ne fu andata, una religiosa del parlatorio condusse Marinette, la mia sorellina, alla preghiera serale, e me alla cappella, dicendomi semplicemente: “Va’, va’ a pregare per tuo padre“. Mi accasciai in lacrime, disperata, e mi addormentai sulle fredde lastre dell’impiantito. Al refettorio, all’ora di cena, ci si accorse della mia assenza. La religiosa venne a cercarmi, mi accompagnò a raggiungere le mie compagne che stavano cenando, e annunciò serafica, ma con voce dura: “Ecco qui, l’avevo lasciata a pregare per suo padre nella cappella, e questa, invece che pregare, si è addormentata”. Accolsi quelle parole come un rimprovero terribile, come una pugnalata al cuore.
Il viaggio
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Periodo post-unitario (1876-1914) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Anita Biaia
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