Paesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)In una notte come tante, nella bella Parigi di fine anni ’50, Paolo e Fiorella si trovano coinvolti in una sparatoria tra gendarmi francesi e ribelli algerini. La ragazza avrà la peggio: colpita alla schiena da una raffica di mitra, muore sull’ambulanza che la sta portando in ospedale.
In un una di quelle descritte e solite sere da noi in passeggio quando l’intero cielo era appositamente quasi colmo di luccicanti stelle, e con noi anche in queste ore alte ancora in giro nei romantici luoghi di Parigi, ci accorgemmo di tratto che erano ormai quasi le due di notte, e troppo tardi quindi per potere ancora cogliere l’ultima metro che ci avrebbe ricondotto di nuovo a casa, ma non essendo per fortuna molto distante da essa, decidemmo perciò di farcela a piedi , anticipando di raggiungere la nostra dimora in non poco più di un ora, era dopotutto al mattino seguente il nostro giorno di festa, e pensammo quindi di rifarci del nostro sonno allora, era tardi e non si vedeva ormai quasi più nessuno sulla nostra strada, ma noi pero conoscendo bene i posti e per abbreviare di un po’ le distanze prendemmo la scorciatoia, e tenendoci cosi mano a mano tranquillamente proseguimmo verso la nostra finale meta, attraversando a questo intento lo stesso ponte che avevamo molte volte trascorso, quando ad un tratto pero e senza esserci per niente accorti, ci vedemmo subito affiancati da alcuni sconosciuti giovani che in agitazione avevano varcato e alquanto in fretta, lo stesso ponte e in cui noi in quel momento ci trovevamo questi sebbene verso di noi innocui, erano ci saremmo accorti subito dopo fortemente armati, e davano inoltre evidenti segni di essere stati inseguiti. Ma se questo era difatti il caso, perché quindi affiancarsi a noi anziché di continuare nella loro fuga? questo loro strano modo di fare ci stupì di molto, e confuse ancora di più le nostre idee. Ma anche con questo pero inaspettatamente avvenuto, e anche fino a questo dato momento, a parte naturalmente del improvviso spavento che essi causarono in noi, ancora non pensavamo che niente di molto grave ci sia realmente accaduto: Ma questo pero solo e fin quando non cominciammo ad udire in lontananza alcuni colpi di fuoco, emessi ci fu reso dopo noto, da una piccola pattuglia di gendarmi Francesi verso noi tutti, e dando cosi in panico all’immediata fuga di questi sopra, e subito dopo presi ormai dalla forte paura anche di noi stessi. E fu proprio questo grave ed enorme sbaglio commesso inavvertitamente da noi, a causare la nostra stessa caduta: in quanto questo fece subito credere agli inseguenti Gendarmi, di essere stati anche noi come loro dei molti pericolosi reazionari Algerini, e quando infine ci rendemmo conto della natura di questa aggravante situazione in cui noi ci eravamo drasticamente trovati, e cercato poi di svingolare da essi, (questi provati attivisti) e pervenire cosi le inevitabili conseguenze, era per noi di già molto tardi per poterlo ancora fare. La polizia continuo col suo fuoco ricambiato ora anche da questi primi, e ci fece pagare per questo nostro grave sbaglio con la vita, colpendo a morte e insieme ad uno di loro anche la mia povera Fiorella, culminando così questo molto inaspettato episodio in un’orrenda e triste tragedia, che per sempre distrusse ogni nostro bel sogno, e sigillato per me ancora una volta in sangue. La mia amata e promessa sposa rimase fatalmente colpita alla schiena da una ripetuta raffica di mitra sparate forse da entrambi le parti, e giaceva ora a terra in una pozza di sangue, e appena appena ancora in vita. Gli stessi gendarmi che gli avevano forse appena troncato la vita, consci ormai del loro fatale errore, cercarono subito e di urgenza di poterla ancora salvare, e radiografando immediatamente un ambulanza che arrivo poi sul posto quasi subito dopo, essi con me insieme la trasportarono di corsa e con sirene a tutto squillo al più vicino ospedale, ma tutto quello che pero loro potessero fare in rimorso e umanamente ancora per lei non servi purtroppo a nulla, essa era tra le mie braccia e in percorso già, morta, e non avrebbe mai più aperto gli occhi al mondo, un mondo che lei tanto amava e in cui tanto voleva viverci, lasciando nel frattempo me totalmente devastato, muto dal dolore, e non dubito se avessi potuto osservarmi con un viso più bianco della cera. Lei che era stata sempre tutto per me, il vento sotto le mie ali, un faro nella notte, e la vera fonte del mio rinascere, insieme tutto ed ogni cosa ci aveva sempre dato modo di sorridere, e tutto aveva sempre avuto un motivo per farci gioire. Vedendola ora alcuni giorni dopo la sua morte, regalmente distesa nella sua bara e tutta immagolatamente vestita di bianco, che augusticamente simbolizzava la sua purezza, quasi non credevo più ai miei occhi, un oscuro velo mi cadde subito davanti, e tutto mi apparve deliriosamente vago e incomprensibile
Il viaggio
Paesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Paolo Iannucci
Sorvegliati dai gendarmi
Parigi: romantica e molto interessante citta della bella epoque, e in cui io ora mi sarei...
Il Fronte di liberazione nazionale
Si era ora e a tal tempo quasi giunti a meta strada dell’anno 1959 e anche...
Via da Parigi
Con la tragica scomparsa di questo mio Angelo, ogni remota possibilità di un appagata felicita' mi...