Mestieri
operaio della FiatLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1934Data di ritorno
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Le voci di guerra sono sempre più insistenti, e nonostante tranquillizzi i coloni, al contempo il regime stabilisce le prime misure di sicurezza.
Ai primi giorni di maggio incominciarono a circolare le voci secondo le quali tutti i bambini di età compresa fra i sei e i dodici anni sarebbero stati evaquati dalla Libia e portati nelle colonie G. I. L. in Italia (Gioventù italiana del Littorio, Ndr).
La conferma di queste poco rassicuranti voci l’avemmo dopo pochi giorni dalla maestra, comunicandoci ufficialmente che la fine dell’anno scolastico sarebbe stata anticipata di una quindicina di giorni.
Il mattino molto presto del sei giugno, tutti i bambini interessati al rimpatrio ci trovammo, accompagnati dai rispettivi famigliari, nella piazza del villaggio. Eravamo tutti in divisa ed ognuno era munito di un sacchetto bianco con un cambio di biancheria intima ritirata il giorno precedente dal magazzino della casa del fascio. Una signorina che ci avrebbe accompagnati sino a Derna incominciò l’appello, man mano che venivano letti i nomi, i bambini salivano a bordo del camion.
Nella certezza che il nostro allontanamento sarebbe durato solo quaranta giorni, il distacco dalle famiglie fù per i più grandicelli indolore; ma come spiegare ad un bambino di sei anni questa previsione? […]
Dopo un paio d’ore d’attesa, finalmente l’incaricata gridò “Barbieri Felice e Italo”, salii sul cassone dell’automezzo dopo aver abbracciato i famigliari che rimanevano, quindi mamma dopo aver stretto a se mio fratello me lo porse e fra le lacrime mi raccomandò: “Felì mi raccomando stai sempre vicino a tuo fratello”, sul camion anche Italo scoppiò in un pianto dirotto che riuscii a placare però quasi subito con l’aiuto dell’accompagnatrice. Filomena e Lina salirono su di un altro automezzo. In ogni villaggio altri automezzi si accodavano ai nostri fino a formare una colonna. Strada facendo passavamo fra le due colonne di soldati come avevamo visto al nostro villaggio.
La nostra partenza fù senz’altro per mamma un sollievo; aveva quattro figli in meno da sfamare e curare specialmente adesso che mancava la colonna portante della casa.
Il viaggio
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