Paesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
2013Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Un lungo tratto di strada sterrata, una foratura, l’incontro con le persone del luogo, un piatto di pasta offerto in cambio di un pezzo di terra su cui piantare la tenda. Prosegue così, tra la semplicità e l’esperienza unica e irripetibile, il viaggio in bicicletta di Stefano Bovetto attraverso il Sud del Sud America.
Tapi Aike, 7 Febbraio 2013
Potremmo definirla la giornata perfetta: sole e per la prima volta siamo caduti nelle grazie di Eolo. Con estrema facilità si superavano i 40 km/h, affrontando le salite ad oltre i 25 km/h; solo in un breve tratto ci è toccata una ripida salita controvento e lì abbiamo dovuto penare per percorrerla ai 7 km/h. Oggi ho capito come paradiso ed inferno possano essere nello stesso posto e l’unico fattore condizionante è la direzione che si sta seguendo. Superato il Paso Don Guillermo, coi classici 10 km di strada non asfaltata in quanto “terra di nessuno”, si presenta un paesaggio ondulato di colore giallo che si estende a perdita d’occhio, costellato ogni tanto da macchie bianche e rosse di fiori e spighe. La vegetazione è bassissima ed il panorama non cambierà minimamente nei successivi cinquanta chilometri. Benvenuti nella Pampa.
Temevamo di perdere tempo in dogana ma nessuno ci dedica troppa attenzione; gli argentini non sono stringenti come i cileni sui prodotti importabili. Il viaggio è stato rallegrato nel finale dall’avvistamento di fenicotteri rosa che si nutrivano in pozze d’acqua che fiancheggiavano il percorso. Ora ci riposiamo a Tapi Aike, punto presente sulle mappe e formato da una pompa di benzina, una stazione di polizia e una casetta, dove un signore ci ha lasciato montare la tenda. Una persona semplicissima che quando è stata invitata ad avere un piatto di pasta con noi appariva a disagio: non penso sia abituato a colloquiare molto e soleva ripetere due o tre volte le stesse questioni, a brevi intervalli di distanza. Confidiamo in un sonno tranquillo, nonostante il forte rumore di un generatore e la presenza di un pimpante gallo. Oggi sentivo il desiderio di tornare a pedalare; inizio ad avvertire i vantaggi che ha rispetto ad ogni altro modo di viaggiare. Non ti perdi tutto il contorno e la soddisfazione di arrivare in un luogo, come invece accade negli spostamenti in auto o in bus: dal Paine in qualche ora si potrebbe già essere a vedere il Perito Moreno, ma questi posti si avvertirebbero molto meno propri, meno conquistati, meno sudati, passerebbero molto più come una semplice foto che non come una natura vissuta; come tante immagini una di seguito all’altra e non come piccole perle in un territorio immenso. La bici non è poi così lenta come il camminare, non servono “aiuti” o trasporti esterni, si è indipendenti e…liberi. Nei lunghi momenti in sella si ha molto tempo per riflettere soli con sé stessi; il vento spazza via i pensieri e svuota la mente. Se non si hanno fantasmi interiori, si riesce veramente a godere appieno di ogni cosa semplice che la vita offre, condizioni che fino a un mese prima sarebbero state “schifate” nella ricerca di un agio superiore.
RN 40 direzione El Cerrito, 8 Febbraio 2013
Continuare sulla Ruta 40 allo svincolo di Tapi Aike vuol dire affrontare quasi 70 km su sterrato, spesso in condizioni disastrose e con continue sconnessioni, buche e grosse pietre. La prima vittima dopo una decina di chilometri è la mia ruota posteriore, forata in due punti, e per la prima volta usiamo il kit di riparazione. Il lavoro sembra riuscito. Il paesaggio non cambia rispetto a ieri: enormi distese ondulate di un verdino spento, attraversate da volpi, farfalle, guanachi e squadroni di nandù. Il tempo è perfetto con un cielo limpido e leggera brezza. La partenza questa mattina è stata ritardata di un’ora per un acquazzone che al termine ha lasciato solo un arcobaleno nel cielo. La mattinata è stata ricca di incontri: un ceco proveniente dal Perù, una coppia svizzera con un tempo di viaggio dai 3 mesi ai 3 anni da spendere in giro volando dove gli viene voglia (finora sono partiti dalla Florida, poi hanno volato su Buenos Aires e ora Puerto Montt…modo alquanto costoso di viaggiare ma sembra non ci siano problemi di budget), e un francese proveniente da La Paz che ci dice che siamo i primi italiani che incontra in questo continente. È pieno di francesi e svizzeri, ma al Bel Paese queste scelte risultano difficilmente concepibili. Nel modo in cui affronto le salite si vedono sempre più i frutti dell’allenamento a base di terribili cavalcavia nella “ostica” Pianura Padana.
Nel pomeriggio è sopraggiunto il vento che con raffiche laterali rende quasi impossibile il controllo della bici su questo pessimo sterrato. Il paesaggio è ora composto da colline di sola terra e sassi, la vegetazione è praticamente assente salvo qualche cespuglio spinoso.
Il viaggio
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